Le associazioni e i movimenti antiusura rilanciano l’appello per fermare l’azzardo in Italia

COMUNICATO STAMPA

Bari, 15 giugno 2017

AZZARDO ITALIA
LE ASSOCIAZIONI E I MOVIMENTI
RILANCIANO L’APPELLO IN SETTE PUNTI
PER FERMARE L’AZZARDO IN ITALIA

                             Al Governo chiedono chiarezza di obiettivi e strumenti

In vista della Conferenza Unificata Stato Regioni, di nuovo convocata per giovedì 22 giugno 2017 per il riordino di una parte dei giochi d’azzardo, le Associazioni, gli Enti della Comunità Ecclesiale e i Movimenti rinnovano ai rappresentanti delle Regioni e dei Comuni l’invito a recepire le misure indicate nei sette punti dell’appello inviato lo scorso 23 maggio. Al Governo si chiede un dialogo franco, onesto e sincero negli obiettivi da perseguire e negli strumenti da utilizzare al fine di tutelare il bene comune e salvaguardare l’interesse pubblico.

Nell’architettura del provvedimento presentato dal Governo, invece, alla riduzione tecnologica dell’offerta dell’azzardo non corrisponde affatto la previsione della contrazione del consumo. Proprio un taglio netto all’abuso di azzardo resta il nostro obiettivo principale. In questa cornice è richiesta la correttezza dell’interlocuzione con i rappresentanti dell’Esecutivo e del Parlamento, scevra da doppi sensi e obiettivi reconditi. È inaccettabile, per esempio, che l’emendamento introdotto nella manovra correttiva finanziaria approvata alla Camera il 30 maggio, mentre fissa la riduzione del 34% del numero di slot machine installate nei pubblici esercizi, adotti l’ambiguo vincolo che ciò avvenga “a introiti invariati”.

Se non si procede a identico taglio per le VLT nelle sale gioco la conseguenza potrà persino essere quella di aumentare il rendimento di tale seconda (e ancor più aggressiva) tipologia di macchine da gioco d’azzardo. Anche per l’imposizione fiscale è necessaria una revisione, affinché siano eliminate inaccettabili franchigie delle quali beneficia il commercio dell’azzardo rispetto ad altre attività economiche.

La crescente critica che si leva nella società civile intorno a questa patologia anche di tipo sociale ed economico ci induce a proseguire con determinazione nel dialogo, con la condivisione e l’unione delle forze. Il problema non riguarda solo la figura del giocatore d’azzardo, ma l’insieme delle famiglie che subiscono passivamente le conseguenze della dipendenza da scommesse, slot machine, lotterie e invasione di sale da gioco.

Peraltro è ancora troppo limitata l’offerta di presa in carico terapeutica da parte dei servizi sociosanitari. Va inoltre sottolineato come l’appello in sette punti sia perfettamente in linea anche la giurisprudenza delle magistrature superiori, compresa la Corte Costituzionale. Come ribadito da recenti sentenze la Consulta, i Tar e il Consiglio di Stato hanno rigettato molti ricorsi sia contro i regolamenti comunali e sia contro le leggi regionali intervenuti a contenere l’impatto del gioco d’azzardo sulle popolazioni e sui territori.

Le sottoscritte Associazioni, Enti e Movimenti confermano alla Conferenza Unificata Stato Regioni l’appello in 7 punti inderogabili, presentato in occasione della scorsa convocazione.

  1. Ogni intervento nel settore dell’azzardo deve mirare a ridurre non solo l’offerta ma anche il consumo di gioco d’azzardo.
  2. La pubblicità al gioco d’azzardo va, quindi, rapidamente estinta in maniera assoluta con l’impegno a discutere in Aula e approvare i progetti di legge presentati in tal senso alle due Camere da oltre 200 parlamentari
  3. La giurisprudenza favorevole a Comuni e Regioni deve tradursi in un concreto, esplicito e incondizionato riconoscimento agli Enti locali di totale autonomia potestà regolamentare e legislativa in materia. L’ultima bozza governativa del 2 maggio è di fatto superata dalle successive pronunce dei giudici della Corte costituzionale e del Consiglio di Stato che confermano la imprescindibilità del contributo normativo e regolamentare in materia di contrasto all’azzardo di Regioni e Comuni.
  4. Le Aziende sanitarie devono dispiegare l’offerta di presa in carico terapeutico e predisporre la sorveglianza sanitaria su tutti i locali dove si esercita gioco d’azzardo, con divieto ovunque di consumo di alcolici e di fumo
  5. L’articolo 14 della legge antiusura va esteso rapidamente anche alle persone fisiche, a cominciare dalle vittime di usura connessa alla dipendenza da gioco d’azzardo
  6. Va stabilita una moratoria integrale di ogni tipo e struttura di nuovi giochi d’azzardo.
  7. Per rendere efficace ogni azione di contrasto, vanno, infine, messi a disposizione di comuni, Asl, cittadini, ricercatori, i dati – scorporati per tipologia, provincia e città – dei flussi di denaro a oggi movimentati dall’azzardo.

Al Governo chiedono di essere aggiornate con largo anticipo sui testi delle norme che si intende inserire in materia di azzardo, anche come emendamenti, nella Legge di stabilità 2018.

Convegno “L’azzardo non è un gioco”: report dell’evento

Convegno Bagheria (164)

La Fondazione SS. Mamiliano e Rosalia, con il patrocinio del Comune di Bagheria e con la collaborazione della Parrocchia Maria SS. del Carmelo di Bagheria, ha organizzato il convegno “L’azzardo non è un gioco”, che si è svolto il 12 maggio 2017 nel salone della stessa parrocchia.

L’iniziativa, destinata prevalentemente a giovani studenti delle scuole superiori di Bagheria, ha visto l’intervento della psico-pedagogista Dott.ssa Evelina Arcidiacono dell’Ufficio Scolastico Regionale, che ha parlato dell’aiuto che la scuola può dare nella prevenzione e nel sostegno per coloro che possano trovarsi a rischio patologico di giocatore d’azzardo; il sociologo Prof. Maurizio Fiasco che ha presentato le insidie che si nascondono nella subdola pubblicità dei numerosi e diversificati giochi d’azzardo cosiddetti legali; il matematico Prof. Paolo Canova che ha fatto giocare i numerosi presenti, simulando il gioco “WinforLife”, a conclusione del quale ha dimostrato che il 98% dei giocatori non ha vinto nulla e solamente il due per cento avrebbe potuto vincere una somma assolutamente irrisoria. Ha poi evidenziato le rare possibilità – statistiche – di una possibile vincita di importo ben più ragguardevole.

Ad apertura del Convegno, moderato dal giornalista Dr. Pino Grasso, ci sono stati i saluti e gli interventi del Sindaco di Bagheria Patrizio Cinque, del Presidente della Fondazione Antiusura Vittorio Alfisi e del Vicario Episcopale Mons. Raffaele Mangano, intervenuto in rappresentanza dell’Arcivescovo Mons. Corrado Lorefice.

Convegno Bagheria (84)

Azzardo, un matematico ne svela i trucchi a Bagheria

All’incontro patrocinato dal Comune di Bagheria e organizzato dalla fondazione antiusura Ss. Mamiliano e Rosalia, Paolo Canova ha spiegato agli studenti le probabilità – quasi inesistenti – di vittoria al Win for Life. Presente anche lo studioso Maurizio Fiasco: «Il caso viene fatto passare per abilità».

«Dopo l’Università alcuni miei compagni di Matematica sono stati assoldati da Lottomatica, Snai, Sisal e gli altri concessionari del gioco d’azzardo. Io invece ho deciso di passare al lato lucente della forza». Paolo Canova sorride, gli studenti di Bagheria pure, sembrano aver recepito la parafrasi da Star Wars. Di fronte a loro c’è un matematico che dal 2009, insieme al fisico Diego Rizzuto, porta avanti una campagna di informazione sul gioco d’azzardo: prima attraverso una mostra, poi con una serie di conferenze e dal 2016 con un libro dal titolo Fate il nostro gioco. L’obiettivo è «svelare le regole, i piccoli segreti e le grandi verità» che stanno dietro al Win for Life, alle slot machines e alle videolottery, al Superenalotto, ai Gratta&Vinci, al Lotto, al Bingo e a tutti gli altri giochi diffusi negli ultimi anni.

L’occasione è il convegno “L’azzardo non è un gioco”, organizzato dalla fondazione Ss. Mamiliano e Rosalia con il patrocinio del Comune di Bagheria. Canova e Rizzuto da anni girano l’Italia per sensibilizzare soprattutto i giovani. Utilizzando la matematica – la materia forse più odiata, di sicuro quella più temuta nelle scuole di ogni ordine e grado – come strumento ludico per capire l’azzardo. E in Sicilia Canova sceglie di esordire nella sua relazione lunga un’ora con una foto sgranata, risalente agli anni ’80 e proveniente dagli archivi della polizia: lo scatto viene dalle Antille Olandesi, a destra c’è Nitto Santapaola, boss catanese tra i mandanti delle stragi Falcone e Borsellino; a sinistra un suo caro amico d’infanzia, il misconosciuto Gaetano Corallo. Che c’entra la mafia col gioco d’azzardo? «Il figlio di Gaetano Corallo, Francesco, ha gestito per conto dello Stato – spiega il matematico torinese – circa metà delle slot in Italia». Solo a dicembre 2016 il re delle slot, ex titolare di Betplus, è stato arrestato dalla polizia olandese nell’isola caraibica di Saint Marteen.

Poi Canova torna nel suo campo, distribuisce fac-simili del Win for Life e con gli studenti gioca a capire, tramite il calcolo delle probabilità praticato dal vivo, quante reali possibilità si hanno di vincere. «Con Diego abbiamo partecipato a 400 conferenze in tutta la penisola, e abbiamo avuto di fronte 130mila persone – dice ancora Canova – che abbiamo potuto conteggiare dalle schede che abbiamo dato pure a voi. Sapete quante persone avrebbero vinto il massimo premio? Uno: il signor Michele a Monza ha fatto dieci, l’ho abbracciato e c’ho fatto un selfie. Ma il signor Michele non avrebbe neanche vinto il massimo premio, cioè i 3mila euro per 20 anni, bensì 10mila euro in un’unica tranche. Perchè? Perchè non ha beccato anche il numerone (il numero jolly … ndr). E anche se avesse beccato il numerone, avrebbe dovuto sperare di essere l’unico in Italia, perchè in quel caso avrebbe dovuto dividere la quota con gli altri possibili vincitori».

Svelare dunque i reali meccanismi dell’azzardo, a partire dalle definizioni edulcorate che si trovano nella normativa (gioco pubblico, gioco con possibilità di vincita, gioco che prevede alea e fine del lucro), è l’obiettivo anche del sociologo Maurizio Fiasco, consulente della Consulta Nazionale Antiusura. «Il gioco d’azzardo è una narrazione tossica – dice agli alunni e alle alunne bagheresi – a partire dal fatto che il caso viene fatto passare per abilità. Questa impostura sorregge tutta l’architettura del sistema». Fiasco poi fa una rassegna degli incredibili spot, a metà tra la propaganda e i messaggi beceri, che il mondo dell’azzardo diffonde su ogni canale di comunicazione.

Per poi concentrarsi sul programma televisivo Affari tuoi, «a lungo il programma più visto della Rai e andato in onda per 10 anni, ora per fortuna sospeso. Era un programma rituale e dalla potenza simbolica devastante: il pubblico si identificava col concorrente di volta in volta in gioco, il quale metteva in scena il proprio personale e i propri familiari a partire dall’elenco dei propri desideri. Poi c’erano i tiri, così come li definiva il conduttore». Per il sociologo non era neanche la parte peggiore, perchè il messaggio che passava era fortissimo: «Il punto più squalificante era quello della scelta di fronte l’offerta che arrivava dal dottore: se continui sei coraggioso, se no sei pavido». Cosa resta da fare dunque? «Scardinare linguaggi e retorica dell’azzardo, è da qui che bisogna partire».

Articolo apparso Meriodionews.it il 12/5/2017 a firma di Andrea Turco. 

Ennesimo colpo di mano del governo a favore delle lobby dell’azzardo

ENNESIMO COLPO DI MANO DEL GOVERNO A FAVORE DELLE LOBBY DELL’AZZARDO. LO STOP DELLA CONSULTA ANTIUSURA E DEL CARTELLO “INSIEME CONTRO L’AZZARDO: “LA CONFERENZA UNIFICATA NON RATIFICHI LA BOZZA DEL GOVERNO” 

L’ennesimo colpo di mano si tenta in queste ore di mettere a segno sulla riforma del “Sistema Azzardo” in seno alla Conferenza Unificata Stato Regioni, convocata per domani 4 maggio, per discutere della riorganizzazione della in tutta fretta rete di vendita dell’azzardo sui territori. Una bozza emendata, di cui sono sconosciute le reali modifiche, sarà discussa dai rappresentanti degli Enti Locali che parteciperanno alla Conferenza. Ai Sindaci e ai Governatori chiediamo a nome delle ventinove Fondazioni Antiusura e del Cartello “Insieme contro l’Azzardo” di alzare il livello di allerta e di non lasciare alcuna delega in bianco al Governo. È l’appello del Presidente della Consulta Nazionale Antiusura Giovanni Paolo II, mons. Alberto D’Urso e del Coordinatore del Cartello “Insieme Contro l’Azzardo”, avv. Attilio Simeone.

“Abbiamo fondati motivi per essere critici e preoccupati in merito al Documento che il tavolo tecnico sta discutendo in queste ore. La nostra proposta di riduzione dell’offerta dell’azzardo, sostenuta da gran parte dei rappresentanti degli Enti Locali del nostro Paese e consegnata due mesi fa nelle mani del Sottosegretario Baretta, è stata disattesa. Si tratta di un documento che ha basi scientifiche che si schiera dalla parte dei cittadini e ricerca il bene della società italiana. La Delega al Governo è chiara: chiede di aumentare i presidi di Solidarietà e perciò di tutelare e rafforzare i poteri di intervento degli Enti Locali. Il Presidente dell’ANCI, Antonio Decaro, deve rivendicare quanto stabilito dal Parlamento nella Delega”.

Quattro interventi chiave la Consulta Antiusura e il Cartello “Insieme contro l’Azzardo” richiamano nel Documento consegnato al Governo.

  1. Occorre stabilire un divieto di pubblicità all’azzardo in qualunque forma e luogo (carta stampata, radio, televisione, internet, cartellonistica, sponsorizzazioni su tutti i mezzi pubblici) e il rilancio sulle televisioni pubbliche di notizie legate a “grandi vincite”. Tale divieto deve risultare totale, analogamente a quanto avviene per tabacco e superalcolici.
  2. Allo Stato spetta certamente il compito di dettare regole e limiti inderogabili all’azzardo. Ma agli enti locali – Comuni e Regioni – deve continuare a essere riconosciuta la possibilità di introdurre ulteriori e più forti argini alla presenza e ai tempi dell’azzardo nei territori di loro competenza per tutelare la salute psichica e fisica dei cittadini e prevenirne impoverimento e sofferenza.
  3. Lo Stato che deve farsi seriamente e concretamente carico del problema patologico, riconoscendo e rendendo fruibili i LEA con la presa in carico da parte dei servizi pubblici delle persone con GAP tassando secondo giustizia le aziende dell’azzardo. Va altresì rimossa l’incostituzionale esclusione delle famiglie al fondo statale di solidarietà antiusura.
  4. Bisogna imboccare con decisione la via di una gestione delle attività legate all’azzardo nell’ottica della tutela della salute pubblica, introducendo una moratoria per nuovi giochi d’azzardo e ripristinando il tradizionale obiettivo prioritario dello Stato che era di contenerne il consumo e di ridurre i danni correlati, ponendo in secondo piano l’ottica fiscale orientata alle mere entrate che portano a espandere l’offerta.

L’offerta diminuisce quando essa si rende disponibile in modo idoneo a ridurre seriamente il consumo. È il punto fermo, netto e inequivoco, secondo lo studio realizzato dal gruppo di lavoro della Consulta Antiusura, che individua un algoritmo con una o più misure in combinazione. Si spiega nel documento che le tradizionali leve per “ridurre l’offerta” (qualunque sia il consumo) consistono, normalmente, in una o più misure in combinazione

  1. nel rallentare la frequenza della commercializzazione di un “prodotto”;
  2. nella rarefazione dei punti di accesso al prodotto nocivo;
  3. nella riduzione dell’orario di vendita unitaria del prodotto;
  4. nel distanziamento dei luoghi dell’offerta dai luoghi di provenienza dei giocatori;
  5. nella totale eliminazione della pubblicità (su cartellonistica, affissioni di ogni genere – in locali privati, pubblici ovvero aperti al pubblico -, su reti televisive pubbliche e private, su reti radiofoniche e su internet) del “prodotto” e in generale dell’offerta nelle ore diurne (06:00 – 23:00) e nella forte limitazione della stessa nelle ore notturne (23:01 – 05:59);
  6. nella combinazione di due o più misure: La riduzione massima si ottiene con A + B + C + D + E + F: ovvero eliminando la pubblicità diurna (06:00 – 23:00) e limitandola alle sole ore notturne (23:01 – 05:59), con macchine di vendita funzionanti a bassa frequenza, collocate in un numero inferiore di luoghi, cui si accede per locali aperti per un tempo della giornata contingentato su limiti massimi invalicabili, in sedi distanti dalle aree residenziali, lavorative, della socialità e di attività importanti per la comunità (centri giovanili, scuole, ospedali, chiese ecc.). 

“Agli Enti locali, in particolare, che parteciperanno alla Conferenza Unificata – ha dichiarato mons. D’Urso – chiediamo di assumere una posizione di netta distanza da un documento di cui non si conosce la reale portata. È un argomento che riguarda il destino della salute e della vita di milioni di famiglie italiane che non può essere licenziato senza tenere conto di chi quotidianamente si occupa di raccogliere dalla strada giovani, famiglie e bambini ridotti alla fame, alcune volte anche al suicidio, a causa dell’azzardo”.

“L’On. Baretta – conclude l’Avv. Simeone – aveva garantito che avrebbe sottoposto la bozza alle Associazioni prima della riunione della Conferenza Unificata. Da alcune indiscrezioni, ci risulta che nel Documento ci sarebbero delle misure che ci allarmerebbero non poco. L’istituzione di sale A2 e la riduzione a 50 metri della distanza dell’offerta di azzardo dalle scuole, chiese, oratori, vanificherebbero del tutto non solo lo spirito della Delega, ma peggio, ogni tentativo di tutelare i cittadini e i territori”.

Bagheria pensa a ordinanza contro il gioco d’azzardo «Si potrà giocare alle slot solo negli orari prestabiliti»

Dopo aver chiesto i dati all’osservatorio sulle dipendenze dell’Asp, la giunta retta dal sindaco Patrizio Cinque affronta la cosiddetta ludopatia. Con un convegno educativo dal titolo L’azzardo non è un gioco e con una bozza di delibera per limitare gli orari delle sale scommesse e in generale degli esercizi commerciali con le slot.

Più si diffonde più viene sottovalutato: è il rischio maggiore connesso al gioco d’azzardo, ormai entrato tra le abitudini dei siciliani e delle siciliane. Fino a questo momento si possono contare sulla dita di una mano i Comuni isolani che hanno tentato di arginare il fenomeno. Adesso Bagheria potrebbe fare da apripista.

L’amministrazione comunale, retta dal sindaco penstallato Patrizio Cinque, ha preparato una bozza di delibera – da presentare al consiglio comunale – e che intende disciplinare gli «orari di esercizio dei giochi leciti ove è consentita la vincita di denaro installati in sale giochi, sale scommesse e in esercizi commerciali». Una proposta che guarda a delibere già adottate da altri Comuni italiani, ai quali spesso i tribunali amministrativi regionali hanno dato ragione dopo le inevitabili impugnazioni da parte dei gestori delle slot e delle sale scommesse.

«Sul fenomeno del gioco d’azzardo abbiamo chiesto anche i dati all’osservatorio dipendenze patologiche dell’Asp – spiega l’assessora alla Salute e alle Politiche sociali Maria Puleo -. I numeri ci confermano che i giocatori patologici sono in aumento. E poi c’è sicuramente molto sommerso, perché spesso le persone non lo riconoscono come disturbo, o credono di poterlo controllare». Proprio per sensibilizzare ulteriormente la cittadinanza il gioco d’azzardo sarà al centro di un convegno educativo dal titolo L’azzardo non è un gioco e che si svolgerà il prossimo 12 maggio presso la parrocchia del Carmelo, organizzato dalla fondazione Ss. Mamiliano e Rosaliacon il patrocinio del Comune di Bagheria.

Alla presenza dell’arcivescovo Corrado Lorefice, interverranno tra gli altri il sociologo Maurizio Fiasco, da 20 anni in prima linea sul tema e consulente della consulta nazionale antiusura, e i due divulgatori Paolo Canova e Diego Rizzuto. Matematico il primo e fisico il secondo, da anni i due giovani studiosi svelano le regole, i piccoli segreti e le grandi verità che stanno dietro ai più comuni giochi: dalle reali possibilità di vincita dei Gratta&Vinci alle probabilità statistiche di azzeccare il 6 al Superenalotto, inferiori alla possibilità di essere colpito da un fulmine.

Un inganno matematico, ma anche linguistico. «L’azzardo viene chiamato anche gioco solo per addolcirne il senso» dice Vittorio Alfisi, presidente della fondazione antiusura SS. Mamiliano e Rosalia, voluta dalla chiesa locale come strumento operativo per la prevenzione del fenomeno dell’usura e per un sostegno alla lotta contro il racket. Una realtà che opera a Ballarò e che, pur con limitati mezzi a disposizione, si muove da anni per dialogare soprattutto con gli studenti e stimolare l’interesse su un tema preso troppo spesso sottogamba.

«La nostra esperienza ci conferma che l’azzardo è una delle principali cause di indebitamento» spiega Alfisi, che poi aggiunge un aneddoto personale e illuminante: «L’altra sera uscendo dalla parrocchia, qui all’Albergheria, ho incontrato una signora che generalmente chiede l’elemosina. Tra le mani aveva una cassetta con una miriade di Gratta&Vinci, che stava ricontrollando. Lei mi ha spiegato che non li compra ma li raccatta dalla spazzatura, perchè in molti li gettano senza neanche capire se hanno vinto, in modo compulsivo, credendo di aver già perso ai primi numeri o ai primi simboli già estratti e invece a volte sono persino biglietti vincenti».

Articolo apparso su Meriodionews.it il 6/5/2017 a firma di Andrea Turco. 

 

Il sovraindebitamento

usura2Rientrano nella categoria di sovraindebitati tutti quegli individui o famiglie, che si trovano in una situazione di deficit economico in quanto il loro bilancio fa registrare uscite superiori alle entrate, queste ultime di qualsiasi natura esse siano o da qualsiasi fonte provengano,comprendendo in esse sia i redditi da lavoro, sia le rendite provenienti dall’alienazione di beni familiari mobili ed immobili.

Con il termine sovraindebitamento attivo si indica uno stato di emergenza economica generato da una eccessiva propensione dell’individuo al consumo. Tale propensione risulta “fatale” all’individuo nel momento in cui non è sostenuta da adeguate capacità reddituali, non solo presenti, ma anche future. In questo caso, a determinare la condizione di sovraindebitamento è:

    1.   l’imprevidenza
    2.  la miopia delle famiglie che sovrastimano le proprie risorse o sottostimano l’onere dei rimborsi.

Se il sovraindebitamento attivo è per lo più ricondotto ad una scelta, seppur incauta del consumatore, quello passivo mette invece in risalto, come la causa delle difficoltà economiche, sia spesso riconducibile all’incidenza di:

    1. fattori traumatici
    2. fattori congiunturali imprevedibili e non dipendenti dalla volontà del soggetto, che hanno fatto venir meno la fonte di reddito (o parte di questo), interrompendo o riducendo i flussi di entrata e determinando l’insorgenza di passività impreviste.

Dunque, quando si parla di sovraindebitamento passivo si tende a sottolineare come le situazioni di sovraindebitamento si manifestino non solo come conseguenza di un eccesso di indebitamento di un individuo, o di una famiglia, rispetto alle capacità “correnti” di reddito, ma anche a causa del sopraggiungere di eventi che alterano queste ultime. Si citano, in proposito, i casi di:

    1. perdita dell’occupazione
    2. separazione coniugale
    3. grave malattia
    4. perdita o deprezzamento di beni patrimoniali che riducono la ricchezza dell’individuo e, in via diretta o indiretta, la capacità di rimborso delle passività.

Accanto ai due profili individuati dalla Anderloni ne viene spesso citato un terzo che si riferisce ad una situazione del “qui ed ora”, quanto piuttosto ad una situazione possibile, caratterizzandosi cioè come predisposizione al sovraindebitamento e che profetizza l’insorgere del problema in un determinato arco di tempo. Si tratta del sovraindebitamento “differito” (Fiasco, 2001), il cui sviluppo fenomenologico diverrà visibile nei prossimi anni o decenni (da qui l’aggettivo“differito”).

Questa condizione di sovraindebitamento è propria di due tipologie di nuclei familiari che stanno sempre più caratterizzando la società italiana:

    1. nuclei familiari caratterizzati dalla permanenza di figli oltre il compimento del trentesimo anno di età (dovuta avari motivi tra i quali primeggia la difficoltà d’inserimento nel mondo del lavoro) e dalla tendenza a tornare nelle famiglie d’origine in seguito ad un divorzio o ad una separazione.
    2. nuclei familiari i cui consumi sono superiori a quelli effettivamente possibili con i soli redditi da lavoro, ma che vengono effettuati grazie al contributo di una o più persone anziane conviventi (per il tramite del patrimonio o della pensione da questi posseduti).

In entrambi i casi, la famiglia, pur non versando in condizioni di indebitamento si evolve verso un’area di forte rischio,poiché assume comportamenti di consumo e impegni di indebitamento (mutui casa e prestiti personali) ben oltre la proporzione che sarebbe consentita dal reddito corrente dei soli occupati del nucleo convivente. E’ chiaro, dunque, come il sovraindebitamento differito o annunziato sia legato a situazioni che, solo apparentemente costituiscono una sicurezza reddituale. Infatti, nel caso della presenza di un elemento anziano apportatore di reddito, gli alti consumi dei membri della famiglia “ospitante”, potranno essere coperti solo fino a quando esisterà tale aiuto.

La piaga del sovraindebitamento appare strettamente correlata alla capillare diffusione del credito al consumo e può essere considerata di natura strettamente strutturale, nel senso che accompagna un radicale mutamento dell’atteggiamento delle famiglie nei confronti dell’indebitamento tramite credito, al quale non si ricorre più come un tempo come misura eccezionale o comunque di emergenza, ma piuttosto come modalità di pagamento anche per l’acquisto di beni voluttuari e di immediato consumo. Importante sottolineare che le nuove modalità di pagamento, credito al consumo ecc., non devono essere considerate a priori produttive di danni, in quanto, se utilizzate con criterio,si configurano come elementi funzionali al moderno sistema economico di cui sono addirittura considerati fattori trainanti. Infatti, è anche grazie alla possibilità di ottenere dei prestiti che una persona può programmare il proprio sviluppo futuro, aziendale e/o familiare. La situazione però assume tutt’altra caratteristica quando il debito da fisiologico diventa patologico ossia quando conduce al sovraindebitamento, andando a sconvolgere il normale sviluppo del sistema. Il fenomeno del ricorso al credito al consumo sta infatti registrando in questi anni un vero e proprio boom, dunque, oggigiorno sono sempre più numerose le persone che acquistano qualsivoglia prodotto a rate o per mezzo di un finanziamento. E’ chiaro che con ciò non si vuole condannare sistematicamente il ricorso al credito al consumo, dal momento che esso riveste un ruolo essenziale nell’economia delle società industrializzate…….

Tuttavia, ai tanti vantaggi che caratterizzano l’operazione di credito, si accompagnano non pochi inconvenienti, primo su tutti la trasformazione del soggetto da consumatore-pagatore in consumatore-debitore dal momento che all’acquisto di un prodotto non corrisponde un corrispettivo in denaro immediato. La diffusione dei finanziamenti concessi per l’acquisto di beni durevoli o non durevoli ha anche modificato il numero di soggetti coinvolti nello scambio commerciale: si è infatti passati dal classico binomio “venditore-acquirente” alla triade “venditore-acquirente-istituto bancario/finanziario”.

Non diverso appare l’effetto del ricorso ad altre forme di accesso al credito quali le “carte revolving” e la cessione del quinto dello stipendio, le quali spesso si sovrappongono all’utilizzo del prestito presso banche o finanziarie, arrivando a determinare la situazione ………….secondo cui (una certa percentuale) … delle famiglie italiane, almeno in un’occasione all’anno, ha difficoltà a pagare il cumulo delle rate dei prestiti accesi. In entrambi i casi si tratta di modalità utilizzate sempre più frequentemente dai consumatori, anche grazie alla loro facilità di accesso che le caratterizza.

Tratto da: Il sovraindebitamento: analisi dei casi pervenuti al fondo di prevenzione usura Adiconsum

A cura di:Dott.ssa Silvia Landi – “Sportello famiglia” Adiconsum

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