Rientrano nella categoria di sovraindebitati tutti quegli individui o famiglie, che si trovano in una situazione di deficit economico in quanto il loro bilancio fa registrare uscite superiori alle entrate, queste ultime di qualsiasi natura esse siano o da qualsiasi fonte provengano,comprendendo in esse sia i redditi da lavoro, sia le rendite provenienti dall’alienazione di beni familiari mobili ed immobili.
Con il termine sovraindebitamento attivo si indica uno stato di emergenza economica generato da una eccessiva propensione dell’individuo al consumo. Tale propensione risulta “fatale” all’individuo nel momento in cui non è sostenuta da adeguate capacità reddituali, non solo presenti, ma anche future. In questo caso, a determinare la condizione di sovraindebitamento è:
- l’imprevidenza
- la miopia delle famiglie che sovrastimano le proprie risorse o sottostimano l’onere dei rimborsi.
Se il sovraindebitamento attivo è per lo più ricondotto ad una scelta, seppur incauta del consumatore, quello passivo mette invece in risalto, come la causa delle difficoltà economiche, sia spesso riconducibile all’incidenza di:
- fattori traumatici
- fattori congiunturali imprevedibili e non dipendenti dalla volontà del soggetto, che hanno fatto venir meno la fonte di reddito (o parte di questo), interrompendo o riducendo i flussi di entrata e determinando l’insorgenza di passività impreviste.
Dunque, quando si parla di sovraindebitamento passivo si tende a sottolineare come le situazioni di sovraindebitamento si manifestino non solo come conseguenza di un eccesso di indebitamento di un individuo, o di una famiglia, rispetto alle capacità “correnti” di reddito, ma anche a causa del sopraggiungere di eventi che alterano queste ultime. Si citano, in proposito, i casi di:
- perdita dell’occupazione
- separazione coniugale
- grave malattia
- perdita o deprezzamento di beni patrimoniali che riducono la ricchezza dell’individuo e, in via diretta o indiretta, la capacità di rimborso delle passività.
Accanto ai due profili individuati dalla Anderloni ne viene spesso citato un terzo che si riferisce ad una situazione del “qui ed ora”, quanto piuttosto ad una situazione possibile, caratterizzandosi cioè come predisposizione al sovraindebitamento e che profetizza l’insorgere del problema in un determinato arco di tempo. Si tratta del sovraindebitamento “differito” (Fiasco, 2001), il cui sviluppo fenomenologico diverrà visibile nei prossimi anni o decenni (da qui l’aggettivo“differito”).
Questa condizione di sovraindebitamento è propria di due tipologie di nuclei familiari che stanno sempre più caratterizzando la società italiana:
- nuclei familiari caratterizzati dalla permanenza di figli oltre il compimento del trentesimo anno di età (dovuta avari motivi tra i quali primeggia la difficoltà d’inserimento nel mondo del lavoro) e dalla tendenza a tornare nelle famiglie d’origine in seguito ad un divorzio o ad una separazione.
- nuclei familiari i cui consumi sono superiori a quelli effettivamente possibili con i soli redditi da lavoro, ma che vengono effettuati grazie al contributo di una o più persone anziane conviventi (per il tramite del patrimonio o della pensione da questi posseduti).
In entrambi i casi, la famiglia, pur non versando in condizioni di indebitamento si evolve verso un’area di forte rischio,poiché assume comportamenti di consumo e impegni di indebitamento (mutui casa e prestiti personali) ben oltre la proporzione che sarebbe consentita dal reddito corrente dei soli occupati del nucleo convivente. E’ chiaro, dunque, come il sovraindebitamento differito o annunziato sia legato a situazioni che, solo apparentemente costituiscono una sicurezza reddituale. Infatti, nel caso della presenza di un elemento anziano apportatore di reddito, gli alti consumi dei membri della famiglia “ospitante”, potranno essere coperti solo fino a quando esisterà tale aiuto.
La piaga del sovraindebitamento appare strettamente correlata alla capillare diffusione del credito al consumo e può essere considerata di natura strettamente strutturale, nel senso che accompagna un radicale mutamento dell’atteggiamento delle famiglie nei confronti dell’indebitamento tramite credito, al quale non si ricorre più come un tempo come misura eccezionale o comunque di emergenza, ma piuttosto come modalità di pagamento anche per l’acquisto di beni voluttuari e di immediato consumo. Importante sottolineare che le nuove modalità di pagamento, credito al consumo ecc., non devono essere considerate a priori produttive di danni, in quanto, se utilizzate con criterio,si configurano come elementi funzionali al moderno sistema economico di cui sono addirittura considerati fattori trainanti. Infatti, è anche grazie alla possibilità di ottenere dei prestiti che una persona può programmare il proprio sviluppo futuro, aziendale e/o familiare. La situazione però assume tutt’altra caratteristica quando il debito da fisiologico diventa patologico ossia quando conduce al sovraindebitamento, andando a sconvolgere il normale sviluppo del sistema. Il fenomeno del ricorso al credito al consumo sta infatti registrando in questi anni un vero e proprio boom, dunque, oggigiorno sono sempre più numerose le persone che acquistano qualsivoglia prodotto a rate o per mezzo di un finanziamento. E’ chiaro che con ciò non si vuole condannare sistematicamente il ricorso al credito al consumo, dal momento che esso riveste un ruolo essenziale nell’economia delle società industrializzate…….
Tuttavia, ai tanti vantaggi che caratterizzano l’operazione di credito, si accompagnano non pochi inconvenienti, primo su tutti la trasformazione del soggetto da consumatore-pagatore in consumatore-debitore dal momento che all’acquisto di un prodotto non corrisponde un corrispettivo in denaro immediato. La diffusione dei finanziamenti concessi per l’acquisto di beni durevoli o non durevoli ha anche modificato il numero di soggetti coinvolti nello scambio commerciale: si è infatti passati dal classico binomio “venditore-acquirente” alla triade “venditore-acquirente-istituto bancario/finanziario”.
Non diverso appare l’effetto del ricorso ad altre forme di accesso al credito quali le “carte revolving” e la cessione del quinto dello stipendio, le quali spesso si sovrappongono all’utilizzo del prestito presso banche o finanziarie, arrivando a determinare la situazione ………….secondo cui (una certa percentuale) … delle famiglie italiane, almeno in un’occasione all’anno, ha difficoltà a pagare il cumulo delle rate dei prestiti accesi. In entrambi i casi si tratta di modalità utilizzate sempre più frequentemente dai consumatori, anche grazie alla loro facilità di accesso che le caratterizza.
Tratto da: Il sovraindebitamento: analisi dei casi pervenuti al fondo di prevenzione usura Adiconsum
A cura di:Dott.ssa Silvia Landi – “Sportello famiglia” Adiconsum