LA RIFORMA DELLA LEGGE ANTI-USURA NON ENTRA IN FINANZIARIA

                                                         Consulta Nazionale Antiusura O.n.l.u.s.                                              Consulta Nazionale delle Fondazioni e Associazioni Antiusura O.n.l.u.s.                                                                                                                                                           “Giovanni Paolo II”

 

                                                                                    COMUNICATO STAMPA

LA RIFORMA DELLA LEGGE ANTI-USURA NON ENTRA IN FINANZIARIA

GUALZETTI: «SONO SORPRESO E SCONCERTATO. SI È PERSA UN’OCCASIONE PER DARE UNA RISPOSTA ALLE FAMIGLIE INDEBITATE. ORA È PIÙ ALTO IL RISCHIO CHE SI RIVOLGANO AL CREDITO ILLEGALE»

«Sono sorpreso e sconcertato». È questa la reazione di Luciano Gualzetti, presidente della Consulta nazionale San Giovanni Paolo II e direttore di Caritas Ambrosiana, di fronte alla bocciatura degli emendamenti alla Legge di Bilancio che avrebbero consentito di migliorare la legge 108 antiusura.

«Quegli interventi sulla normativa avrebbero permesso, senza aggravi di costi per lo Stato, di utilizzare in maniera più efficace le risorse già oggi perviste facendo arrivare in maniera più tempestiva gli aiuti alle famiglie – spiega Gualzetti –. Invece, nonostante, il parere favorevole di autorevoli voci istituzionali, come quella del commissario straordinario del governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, Giovanna Cagliostro, per ragioni che non riusciamo a comprendere, il provvedimento non è stato dichiarato ammissibile dalla Commissione che lo stava esaminando, per cui non entrerà nella Manovra finanziaria».

Secondo Gualzetti «si è persa una grande occasione per dare una risposta pronta a migliaia di famiglie che stanno attraversando un momento molto delicato».

«Chi si è impoverito durante la pandemia – ricorda il Presidente della Consulta Nazionale Antiusura –, oggi è costretto ad indebitarsi per pagare le bollette, le spese condominiali o l’affitto. Non è difficile immaginare, che queste persone, non potendo accedere al credito legale, si affidino a quello illegale gestito spesso dalla criminalità  organizzata. Contro il diffondersi di questo fenomeno, che favorisce il radicamento delle mafie, le Caritas diocesane e le Fondazioni antiusura, per la loro presenza capillare nei territori, rappresentano un baluardo, perché spesso riescono ad intercettare le famiglie in difficoltà prima che cadano nelle mani di chi promette soldi facili senza troppe garanzie, salvo poi pretenderli indietro a tassi d’interesse esorbitanti con minacce e violenze. Ma per essere efficaci contro il welfare criminale che assoggetta le famiglie, abbiamo bisogno di strumenti più snelli e di fonti certe di finanziamento».

Gli emendamenti proposti andavano in quella direzione, perché, consentivano di facilitare l’accesso al Fondo di prevenzione (articolo 15) e estendevano la platea dei beneficiari del Fondo di solidarietà (articolo 14) dalle imprese alle famiglie: due principi al centro del progetto di riforma della legge 108 del 1996 promosso dalla Consulta Nazionale Antiusura e sulla quale, in particolare, ha lavorato Antonella Sciarrone Alibrandi, prorettore della Università Cattolica.

«Benché sembrasse che vi fosse un ampio e trasversale consenso su questi provvedimenti, abbiamo appreso che con l’eccezione degli onorevoli che li avevano proposti nessun altro li ha appoggiati, mentre ne sono stati approvati molti altri che per la loro varietà e particolarità sembrano più il frutto di logiche clientelari che rispondere alle reali esigenze del Paese. Dobbiamo, quindi, constatare che purtroppo hanno prevalso altre priorità rispetto alla volontà di proteggere i più vulnerabili», conclude Gualzetti.

Bari, 23 dicembre 2021

                                                                     Ufficio Stampa                                                                                                                                                                                 Consulta Nazionale Antiusura

                                                        

 _________________________________________________________________________________________________Consulta Nazionale Antiusura “Giovanni Paolo II” o.n.l.u.s. – Via dei Gesuiti, 20 – 70122 Bari – C.F.: 93254960722 tel: 0805235454 – fax: 0805225030 – sito web: www.consultantiusura.it – e-mail: info@consultantiusura.it

ACCORDO TRA ICCREA E CONSULTA NAZIONALE ANTIUSURA

La Fondazione Ss. Mamiliano e Rosalia di Palermo ha aderito all’accordo firmato il 19 luglio 2021 tra Iccrea Banca e Consulta Nazionale Antiusura “San Giovanni Paolo II” Onlus.

L’accordo intende rafforzare l’impegno delle banche aderenti all’ICCREA e le Fondazioni antiusura nel contrasto al fenomeno dell’usura per generare sul territorio un percorso virtuoso e un’azione concreta per evitare che le fasce più deboli vengano esposte ai rischi e alle conseguenze legate a questo drammatico fenomeno ancora fortemente attuale.

Il Credito Cooperativo, fin dalla sua nascita, ha fatto della lotta all’usura una colonna portante della sua azione. Il ruolo sociale che ciascuna Banca di Credito Cooperativo presente nel territorio nazionale svolge per le proprie comunità non si limita all’erogazione di prodotti, servizi e consulenza, ma vuole essere una spinta allo sviluppo e soprattutto alla protezione delle fasce più deboli e a rischio, anche attraverso azioni di educazione finanziaria e al risparmio.

Iccrea Banca è la Capogruppo del Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea, il maggiore gruppo bancario cooperativo italiano, a capitale interamente italiano, ed è costituito da 130 Banche di Credito Cooperativo radicate nel territorio, insieme ad altre società bancarie, finanziarie e strumentali controllate da Iccrea Banca.

La Consulta Nazionale Antiusura “San Giovanni Paolo II” Onlus è un’associazione volontaria di Fondazioni e Associazioni antiusura a carattere regionale, provinciale o comunale. Ad oggi ne fanno parte 32 soggetti distribuiti su tutto il territorio nazionale.

Ispirandosi alla Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica e in sintonia con le direttive della Conferenza Episcopale Italiana, ha il suo punto di forza nel campo dell’assistenza sociale, legale, amministrativa e della beneficienza per promuovere la solidarietà, la prevenzione e la cultura della legalità in tema di denaro e di prestito.

A seguito di tale adesione all’accordo è già stata firmata la Convenzione tra la Fondazione Ss. Mamiliano e Rosalia e la Banca di Credito Cooperativo di Altofonte e Caccamo e sono in corso trattative per intese con altre BCC.

FIRMATA LA CONVENZIONE TRA LA BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI ALTOFONTE E CACCAMO E LA “FONDAZIONE Ss. MAMILIANO E ROSALIA” DI PALERMO

 

La sala consiliare del Comune di Altofonte, il 15 dicembre 2021, è stata la sede di un incontro tra autorità civili, religiose e militari in occasione della firma della convenzione tra la Banca di Credito Cooperativo di Altofonte e Caccamo e la Fondazione Ss. Mamiliano e Rosalia di Palermo.

Sono intervenuti per presentare l’accordo il Dr. Giovanni Tusa, Presidente della Banca e il Dr. Vittorio Alfisi, Presidente della Fondazione; hanno voluto dare il loro contributo Mons. Michele Pennisi, Arcivescovo di Monreale, la Sig.a Angelina De Luca, Sindaco di Altofonte, l’Ing. Rosario Petta, Sindaco di Piana degli Albanesi e il Comandante della stazione dei Carabinieri di Altofonte.

Interessante la testimonianza del sig. Spera, imprenditore che è stato oggetto di racket e di usura, che – nonostante le tante difficolta – ha deciso di denunziare gli estortori e che ha potuto riprendere la sua attività imprenditoriale grazie all’intervento finanziario della Banca di Credito Cooperativo di Altofonte e Caccamo.

La convenzione permetterà, a coloro che si trovano in situazione di sovraindebitamento e non sono bancabili, di accedere – con la garanzia della Fondazione – ad un finanziamento chirografario o ipotecario presso la Banca di Credito Cooperativo di Altofonte e Caccamo.

FIRMATO IL PROTOCOLLO DI COLLABORAZIONE TRA L’ARCIDIOCESI DI MONREALE E LA FONDAZIONE Ss. MAMILIANO E ROSALIA DI PALERMO

 

Nell’intendimento comune di rafforzare nel territorio della Diocesi di Monreale la cultura della solidarietà e del sostegno verso  persone fisiche, famiglie, e piccole imprese familiari, escluse dal sistema creditizio bancario e finanziario, anche attraverso la realizzazione di iniziative volte a contrastare il ricorso al credito illegale, il 13 dicembre 2021 è stato firmato da Mons. Michele Pennisi, Arcivescovo di Monreale, e dal Dr. Vittorio Alfisi, Presidente della Fondazione Ss. Mamiliano e Rosalia di Palermo un Protocollo di collaborazione.

Per perseguire tali finalità:

  • la Diocesi di Monreale, attraverso propri operatori delle Caritas diocesana e parrocchiali, potrà indirizzare alla Fondazione tutte le persone che abbiano difficoltà economico-finanziarie e possano essere a rischio usura. La Fondazione ascolterà le persone segnalate – escluse dall’accesso al credito bancario e finanziario – e verificherà se sono presenti le condizioni per un intervento nei loro confronti, al fine di facilitarne l’accesso alla concessione di credito dalle banche convenzionate attraverso un prestito chirografario o un mutuo ipotecario.

 

  • La Fondazione potrà fornire, dietro richiesta, anche consulenze su argomenti che riguardano le procedure bancarie e di accesso al credito. Le persone bisognose di interventi di natura economica o di semplici consigli e/o consulenze potranno eventualmente essere ascoltate anche nelle sedi Caritas, ma l’istruttoria per eventuali finanziamenti bancari sarà effettuata presso la sede operativa della Fondazione.

 

  • Le parti potranno organizzare congiuntamente eventi – quali convegni, incontri e giornate – dedicati alla legalità, all’educazione finanziaria, alla propensione al risparmio e al sano investimento delle risorse finanziarie, al contrasto all’usura, al gioco d’azzardo.

FIRMATA LA CONVENZIONE TRA LE ACLI PROVINCIALI DI PALERMO E LA FONDAZIONE Ss. MAMILIANO E ROSALIA DI PALERMO

 

Nella cornice della sala “Beato Pino Puglisi” delle ACLI Provinciali di Palermo, il 13 dicembre 2021, si è tenuto un incontro sul tema “Creare alleanze contro il sovaindebitamento per prevenire l’usura”, a conclusione del quale è stata firmata una convenzione tra le ACLI Provinciali di Palermo e la Fondazione Ss. Mamiliano e Rosalia.

Sul tema sono intervenuti il Presidente delle Acli Provinciali Dr. Antonino Tranchina, il Vice Presidente Avv. Francesco Todaro e il Presidente della Fondazione Dr. Vittorio Alfisi.

Il Prefetto di Palermo Dr. Giuseppe Forlani ha sottolineato l’importanza di tali alleanze per raggiungere il maggior numero di persone prima che possano rivolgersi agli usurai. Ha ribadito l’assoluta necessità della denunzia di tutti coloro che praticano questo odioso delitto.

La convenzione prevede, tra l’altro, che:

  • Le ACLI Provinciali di Palermo, attraverso le proprie strutture territoriali, indirizzeranno alla Fondazione tutte le persone che abbiano difficoltà economico-finanziarie e possano essere a rischio usura. La Fondazione ascolterà le persone segnalate – escluse dall’accesso al credito bancario e finanziario – e verificherà se sono presenti le condizioni per un intervento nei loro confronti, al fine di facilitarne l’accesso alla concessione di credito dalle banche convenzionate attraverso un prestito chirografario o un mutuo ipotecario.
  • La Fondazione potrà fornire, dietro richiesta, anche consulenze su argomenti che riguardano le procedure bancarie e di accesso al credito. Le persone bisognose di interventi di natura economica o di semplici consigli e/o consulenze potranno eventualmente essere ascoltate anche nella sede delle ACLI, ma l’istruttoria per eventuali finanziamenti bancari sarà effettuata presso la sede operativa della Fondazione.
  • Le ACLI forniranno i propri servizi fiscali e di patronato alle persone che saranno presentate dalla Fondazione assistendoli gratuitamente o applicando una tariffa agevolata a seconda dei casi e delle necessità degli assistiti.
  • Le parti potranno organizzare congiuntamente eventi – quali convegni, incontri e giornate – dedicati alla legalità, all’educazione finanziaria, alla propensione al risparmio e al sano investimento delle risorse finanziarie, al contrasto all’usura, al gioco d’azzardo.

 

FIRMATA LA CONVENZIONE TRA L’ORGANISMO DI COMPOSIZIONE DELLA CRISI “SEGRETARIATO SOCIALE PROTEZIONE SOCIALE ITALIANA DI PALERMO” E LA “FONDAZIONE Ss. MAMILIANO E ROSALIA” DI PALERMO

Nell’ottica di una sempre maggiore attenzione ai problemi di coloro che si trovano in stato di sovraindebitamento e al fine di contrastare il fenomeno dell’usura, il 30 novembre 2021, è stata firmata dal Dr. Alessio D’Oca, legale rappresentante della Protezione Sociale Italiana – Organismo di Composizione della Crisi di Palermo, e dal Dr. Vittorio Alfisi, Presidente della Fondazione Ss. Mamiliano e Rosalia di Palermo una Convenzione per una più stringente collaborazione.

A tal fine:

  • L’O.C.C., qualora ritenesse di non dover intervenire ricorrendo alla legge 3 del 2012, potrà indirizzare alla Fondazione tutte le persone che, entrate in contatto con la propria organizzazione, abbiano difficoltà economico-finanziarie e possano usufruire dei servizi della Fondazione. Le persone indicate dall’O.C.C. saranno ascoltate per verificare se sono presenti le condizioni per un intervento nei loro confronti, al fine di facilitarne l’accesso alla concessione di credito dalle banche convenzionate, altrimenti precluso, attraverso un prestito chirografario o un mutuo ipotecario. La Fondazione opererà tramite la prestazione di garanzie utilizzando i fondi del Ministero dell’Economia e delle Finanze, secondo quanto disposto dalla Legge 108/96. La Fondazione potrà fornire, dietro richiesta, anche eventuali consulenze su argomenti che riguardano le procedure bancarie e di accesso al credito.

                                                            

  • L’O.C.C. ascolterà le persone che saranno presentate dalla Fondazione per valutare la possibilità di un intervento si sensi della legge 3 del 2012. La stessa Fondazione potrà raccogliere, nel rispetto della privacy, i dati personali e quelli relativi alla situazione debitoria, potendo anche predisporre una relazione riepilogativa da fornire all’O.C.C. Sarà cura da parte dell’O.C.C. una continua verifica sull’attività dei vari gestori della crisi assegnati alle persone e riferire periodicamente alla Fondazione gli aggiornamenti relativi al percorso dell’istruttoria, fornendo appositi report.

 

  • Le parti potranno organizzare congiuntamente eventi quali convegni, campagne, giornate dedicate alla legalità, all’educazione finanziaria, alla propensione al risparmio e al sano investimento delle risorse finanziarie, al contrasto all’usura, all’azzardo, a far conoscere l’esistenza dell’O.C.C., della Fondazione e delle loro attività, a divulgare la legge 3 del 2012 sul sovraindebitamento e le modalità procedurali cui ricorrere per l’utilizzo e a quant’altro ritengano necessario organizzare di comune accordo, secondo i dettami delle proprie reciproche attività istituzionali.

LA CONSULTA NAZIONALE ANTIUSURA INSIEME AL MINISTERO DELL’INTERNO E ALL’ABI CONTRO L’USURA. IL PRESIDENTE GUALZETTI: LE 32 FONDAZIONI ANTIUSURA PROMUOVERANNO NEL LORO TERRITORIO L’ACCORDO QUADRO CON GLI ENTI LOCALI E LE PREFETTURE

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La Consulta Nazionale Antiusura “San Giovanni Paolo II” sostiene e promuove l’«Accordo quadro per la prevenzione e il contrasto del fenomeno dell’usura» sottoscritto tra il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, e il presidente dell’Associazione Bancaria Italiana (Abi), Antonio Patuelli. All’incontro per la firma dell’accordo era presente il presidente della Consulta Antiusura “San Giovanni Paolo II” Luciano Gualzetti, il quale  ha sottolineato l’importanza di aggiornare il precedente accordo del 2007 e promuovere la diffusione con accordi Provinciali per favorire un’alleanza tra istituzioni, Banche e Associazioni per favorire misure più innovative ed efficaci per contrastare l’usura e supportare le famiglie in difficoltà o sovra-indebitate.

In Italia già prima della pandemia l’area del sovraindebitamento era aumentata del 53,6 per cento in dieci anni (1 milione e 960 mila famiglie al 31 dicembre 2016). La Consulta nazionale Antiusura aveva stimato che almeno due milioni di famiglie sopportassero debiti non rifondibili a condizioni ordinarie. Con la Pandemia e le restrizioni alle attività economiche si è prodotto un grave ed esteso fenomeno di esclusione sociale per debiti non rimborsabili: il Report compilato dalla Banca d’Italia (il 30 marzo 2021), su un campione di 2200 famiglie ha misurato l’impatto delle restrizioni nelle diverse zone territoriali soggette alle misure adottate per contenere il coronavirus. Nelle province dichiarate “zona rossa” per tempi più prolungati, il reddito: si è ridotto di oltre il 50 per cento per un nucleo ogni 20;  è stato decurtato tra i 25 e i 50 punti percentuali per 10 famiglie su 100; si è abbassato tra 1 punto a 25 punti percentuali per il 18,4 per cento della popolazione; solo un piccolo gruppo di privilegiati ha visto aumentare il proprio reddito (2,6%).

Nel 2020 e nel successivo altalenarsi di aperture e di chiusure che il  Paese ha vissuto nella seconda metà dell’anno, le 33 Fondazioni Antiusura aderenti alla Consulta, seppure costrette a rallentare le modalità tipiche di servizio, hanno continuato ad aiutare persone, famiglie, micro imprese a conduzione familiare: sono state incontrate e ascoltate in profondità 5.065 persone famiglie. In 663 casi, sono state erogate garanzie con i fondi messi a disposizione dallo Stato, per un importo paria 17 milioni 261.362 euro. Nel 2019 gli ascolti erano stati 6.698 e 800 le richieste di aiuto, per le quali erano state erogate garanzie per 20 milioni 481.205 euro.

“L’impossibilità di accedere al credito legale per le persone in difficoltà economica e finanziaria è una delle cause dell’indebitamento e del rischio di usura e ha dei costi sociali sottostimati dalle ordinarie modalità di recupero crediti, ha dichiarato il presidente Luciano Gualzetti. L’alleanza auspicata deve favorire la composizione delle legittime istanze dei creditori, con le eccessive  difficoltà a rientrare nel sistema bancario degli indebitati, se non si vuole escludere migliaia di famiglie da una effettiva dignità finanziaria. È per questo motivo che le fondazioni  le 32 Fondazioni Antiusura promuoveranno nel loro territorio l’accordo quadro con gli enti locali e le prefetture. La nostra attività di prevenzione dell’usura passa anche attraverso l’educazione finanziaria all’uso del denaro in senso ampio, che non è solo l’opportuna informazione sugli strumenti di credito, ma, considerato che la Consulta Antiusura è promossa della Conferenza Episcopale italiana e collegata alla Caritas, deve promuovere una vera e propria educazione integrale fondata sui principi di sobrietà, solidarietà e legalità”.

L’accordo quadro intende aggiornare gli impegni assunti nel 2007, fra i quali: la costituzione, con decreto del Ministro dell’Interno, di un “Osservatorio Nazionale” presso l’Ufficio del Commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura; la promozione di iniziative di informazione sull’utilizzazione dei Fondi antiusura; la diffusione dell’Accordo Quadro sul territorio nazionale; la collaborazione nelle azioni di contrasto della pubblicità ingannevole; l’incremento delle attività di microcredito.

ASSEMBLEA-CONVEGNO NAPOLI, 15-16 OTTOBRE: “IL PRESTITO A USURA È MALEDETTO E MAFIOSO”. LA CONSULTA NAZIONALE PROPONE NUOVI PERCORSI DI CONTRASTO: ALLARGAMENTO DELLA PLATEA DEI BENEFICIARI DELLE RISORSE STATALI

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Il prestito a usura è maledetto e mafioso, annulla la dignità e cancella il futuro delle persone. Le Fondazioni Antiusura da 25 anni operano come ospedali da campo rivolti a sottrarre le vittime dalla tirannia del denaro. Negli anni però sono  cambiati i volti dei carnefici e delle vittime, per cui anche la legge n. 108/1996, che anch’essa venticinque anni fa  istituiva il Fondo di solidarietà per le vittime dell’usura (di cui all’art. 14 della legge) e il Fondo per la prevenzione del fenomeno dell’usura (di cui all’art. 15), con il preciso scopo di supportare, per un verso, soggetti già vittime di usura (Fondo di solidarietà) e, per un altro, soggetti vulnerabili dal punto di vista finanziario e dunque a rischio di cadere nella rete degli usurai, necessita di una revisione. A causa della normativa obsoleta e delle lungaggini burocratiche le vittime di usura sono lasciate per troppo tempo sole, il tempo che intercorre da quando sporgono denuncia sino al momento in cui arrivano i fondi statali è troppo lungo. Sono necessari nuovi percorsi e nuove alleanze per arginare un sistema malato e complesso quale è il prestito illegale dell’usura. Sono alcuni dei temi emersi nell’ambito dell’assemblea ordinaria della Fondazioni associate alla Consulta Nazionale Antiusura San Giovanni Paolo II e del convegno: “Prevenzione del sovraindebitamento e dell’usura e solidarietà alle vittime: è tempo di osare” che si è tenuta a Napoli.

“Il contrasto all’usura è una questione di libertà perché chi è strangolato dai debiti non è libero, non è libero chi è costretto a subire tempi infiniti in attesa della concessione di un finanziamento o per la ristrutturazione di un mutuo così come non è libero chi stremato passa notti insonni cercando una soluzione perché non ha più accesso al credito bancario, ha dichiarato il vescovo di Napoli, mons. Domenico Battaglia. Rivolgendosi alle Fondazioni, le ha definite «strumenti di libertà». È in gioco la dignità delle persone che è violentata e deturpata per cui occorre sentire forte la responsabilità di pensare a percorsi nuovi, di chiedersi cosa altro si possa inventare perché questi fenomeni sono in continua evoluzione e tutti siamo chiamati ad analisi sempre attuali”.

Nella crisi post pandemica, con caratteristiche di disagio socio-economico anche superiori a quelle degli anni novanta, appare evidente la necessità di un intervento sulla legge n. 108/96, ha messo in evidenza la prof.ssa Antonella Sciarrone Alibrandi, Pro-Rettore Vicario – Ordinario presso la Facoltà di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Tutto l’impianto della normativa (a partire dai meccanismi di rilevamento dei tassi soglia) meriterebbe di essere ripensato, tuttavia, nell’immediato si ritiene urgente intervenire almeno sulle due disposizioni relativi ai Fondi. A tal fine, nell’ambito di Osservatorio sul debito privato costituito in Università Cattolica, è stata elaborata una proposta di modifica degli artt. 14 e 15 della l. n. 108, che ha già costituito oggetto di alcuni emendamenti presentati da diverse forze politiche in sede di conversione del decreto-legge 24 agosto 2021 n. 118.

Lo scopo della proposta è duplice: innanzitutto, ampliare la platea dei soggetti potenzialmente beneficiari di interventi del Fondo di solidarietà per le vittime dell’usura, andandovi a ricomprendere anche le famiglie e le persone che non esercitano un’attività economica, per le quali viene suggerita una procedura ad hoc più snella di quella oggi prevista dall’art. 14; inoltre, alla luce dell’esperienza maturata nei venticinque anni di vigenza della l. n. 108, introdurre qualche correttivo alla disciplina del Fondo per la prevenzione del fenomeno dell’usura.
Sussistono ragioni straordinarie di necessità e di urgenza alla base di queste modifiche, riconducibili al novero degli strumenti volti a contenere e superare gli effetti negativi della pandemia sul tessuto socio-economico nazionale, andando a potenziare ed estendere l’utilizzo dei Fondi di cui agli artt. 14 e 15 della medesima legge in modo da evitare che soggetti in grave difficoltà economica e alla ricerca di finanziamenti possano accedere al credito malavitoso, all’interno del quale ha la sua collocazione naturale l’usura, diventata ormai, nella quasi totalità, un fenomeno gestito dalle mafie.
La prof. Sciarrone Alibrandi ha evidenziato che dopo la forte contrazione avvenuta tra il 2016 e il 2018, in questi mesi si registra un aumento delle denunce per usura effettuate all’autorità giudiziaria: le denunce sono il +16,2% rispetto al 2019. Peraltro, l’anno scorso, fra tutti i reati contro il patrimonio, le denunce per usura sono state le uniche a registrare una variazione positiva; l’autunno 2021 appare come il trimestre «nero» in cui il rischio si aggrava ancor di più, in coincidenza con le scadenze fiscali (riprende anche l’attività di riscossione e notifica di nuove cartelle esattoriali da parte dell’Agenzia delle Entrate) che spesso spingono molte piccole aziende in difficoltà economica a contattare usurai od organizzazioni criminali per acquisire la liquidità necessaria per onorare gli impegni con il fisco”.

Il sociologo prof. Maurizio Fiasco ha aggiunto che circa sei milioni di famiglie sono a rischio di esclusione sociale per sovraindebitamento per le quali è necessario individuare una strategia di affrancamento. È il presupposto necessario per intraprendere la strada della crescita e dello sviluppo. “In Italia andrebbero riviste tante cose.

Purtroppo non è solo la legge 108/96 che andrebbe modificata, ma non mi pare che sia un momento felice per parlare di riforme sul piano penale, processuale o detentivo considerata la riforma Cartabia, ha dichiarato il procuratore della Repubblica di Catanzaro, dott. Nicola Gratteri. “Bisogna spiegare ai commercianti che è meglio fallire che rivolgersi agli usurai. Gli usurai non chiedono garanzie per il denaro concesso in prestito che proviene dai traffici di cocaina perché sarà la loro vita la garanzia. Dall’usura non si esce, l’usura è come la droga: è una dipendenza. Non bisogna assolutamente pensare che l’usura sia una scorciatoia, se le banche e le finanziarie non prestano soldi, se i parenti hanno chiuso i rubinetti vuol dire che c’è qualcosa che non va, che tutti si sono resi conto che non ci sono più margini sul piano imprenditoriale per quell’attività commerciale e allora l’unico che non lo capisce è l’usurato che è come un pugile suonato. Bisogna stare vicino a queste persone che sono ormai nel pallone e fragili dal punto di vista psicologico – ha concluso Gratteri – per spiegare che l’usura è una strada di non ritorno perché non solo perderà il bene, l’attività commerciale ma anche la stima della sua famiglia”.

Per il prefetto dott.ssa Giovanna Cagliostro, Commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket ed antiusura, occorre, inoltre, promuovere ulteriori e sempre più efficaci iniziative di informazione sull’utilizzo dei fondi sia per il sostegno alle vittime dell’usura che per la prevenzione in sinergica collaborazione con il mondo associazionistico.

Mons. Aberto D’Urso, Presidente Onorario della Consulta Nazionale Antiusura, e l’avv. Amedeo Scaramella, Presidente Onorario, e il dott. Umberto Scarano, Presidente della Fondazione Antiusura San Giuseppe Moscati di Napoli, hanno ricordato e reso omaggio a Padre Massimo Rastrelli, a cui si deve la nascita della prima Fondazione Antiusura, per la sua intelligenza, il suo impegno e la sua abnegazione.

È giunto però il momento di osare per Fondazioni Antiusura, titola così il convegno. “Che non significa volgere lo sguardo al passato, non accontentarsi per il molto che è stato fatto, ha dichiarato il dott. Giustino Trincia, Segretario della Consulta Nazionale Antiusura. Significa stare nel presente per affrontare le nuove sfide che la lotta all’usura ci pone nell’oggi, esercitare il diritto- dovere di dire la verità dal punto di vista dei poveri e degli esclusi”. 

“Sono state giornate di confronto ricche di proposte, riflessioni e rilanci verso soluzioni concrete, ha dichiarato il dott. Luciano Gualzetti, Presidente della Consulta Nazionale Antiusura, “San Giovanni Paolo II” Onlus, chiudendo i lavori. L’usura è la conseguenza di un sistema malato che pone al centro il profitto e ai margini le persone indebitate, i non bancabili, i poveri e i fragili. Abbiamo la responsabilità anche nei confronti delle future generazioni di individuare le cause per poi rimuoverle. Alle persone che si affidano alle nostre Fondazioni Antiusura non dobbiamo limitarci alla sterile consulenza sul ripianamento o la ristrutturazione di un debito, dobbiamo continuare a sorvegliare, ad accompagnarli nel processo di reimmissione nel sistema economico. Da soli un sistema malato però non si guarisce, spesso nei rapporti con le banche, le prefetture, le Fondazioni hanno avvertito la solitudine. Diventa, pertanto, necessario lavorare a un’alleanza con il mondo delle istituzioni, dell’economia, delle forze dell’ordine, della magistratura per arricchire gli sguardi su diversi fronti.  I tempi sono maturi per i cambiamenti, in quanto la pandemia ha maggiormente diffuso la consapevolezza della non sostenibilità di determinati meccanismi economici e finanziari rivolti a concentrare le risorse nelle mani pochi, a discapito dei fragili, poveri e indifesi, quelli che Papa Francesco chiama “scarti” di un’economia che genera iniquità e violenza”.

 

 

 

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Lotta a usura e sovraindebitamento: intervista al Presidente della Fondazione Antiusura di Palermo

Intervista a firma di Leandro Perrotta tratta dall’articolo “Sicilia, troppe famiglie non bancabili.Quando anche Caritas non può aiutare” pubblicato su FocuSicilia del 26 Maggio 2021.

Per chi denuncia l’usura “c’è sempre possibilità di accedere ai servizi creditizi, anche per i ‘non bancabili’. Lo facciamo con fondi che ci ha affidato lo Stato”, spiega Vittorio Alfisi, direttore della Fondazione Santi Mamiliano e Rosalia di Palermo. Si tratta di un ente antiusura nato nel 2003 che dispone attualmente di un “fondo di quattro milioni di euro affidato dal ministero del Tesoro e che specificamente consente di concedere garanzie alle banche per dare finanziamenti a chi non può accedervi”. Un percorso che, ancor prima di una eventuale denuncia, avviene tramite un lungo iter di verifiche fatto dalla Fondazione. “Da noi – prosegue Alfisi – arrivano da tutta la Sicilia, non solo su segnalazione di Caritas. Tutto inizia con un primo colloquio telefonico per evitare di fare venire chi sappiamo già non possiamo aiutare: si deve comunque avere la possibilità di restituire le rate”. Alla fase preliminare segue una raccolta documentale e di natura relazionale. Il più importante resta però il colloquio “di natura tecnica dove si affrontano sia gli aspetti bancari che psicologici, perché spesso l’usura si associa al problema esteso del gioco d’azzardo”. Una istruttoria a 360 gradi che viene affidata a degli esperti, volontari della Fondazione, e che genera poi una ipotesi di progetto. Un vero e proprio percorso “che possa risolvere i problemi della famiglia, perché noi operiamo solo con persone, non società”. Il percorso, una volta approvato dagli organi collegiali e dal direttivo, che approva anche l’utilizzo del fondo di garanzia, passa all’esame degli istituti di credito. “Se la banca non trova altre difficoltà possiamo fare finanziamenti fino a 150 mila euro”. Cifre “molto più alte” del microcredito, in quanto servono spesso per recuperare le abitazioni. “Case dove magari c’era un mutuo in corso ad esempio. I fondi servono a pagare i creditori e una eventuale ipoteca, in modo da evitare le vendite all’asta”. Rispetto alle normali operazioni di microcredito, che prevedono una restituzione “in sette anni quanto per un mutuo chirografario, ovvero non ipotecario, si attiva una nuova ipoteca così da poter arrivare a 15 anni”, spiega Alfisi.

Un sistema, quello dell’accesso al fondo antiusura, che a differenza del microcredito ha avuto un grande incremento nel 2020 “con una trentina di pratiche andate a buon fine. Da quando esiste la Fondazione abbiamo erogato ad alcune centinaia di famiglie pratiche finanziarie per quasi otto milioni di euro. Ovvero la consistenza iniziale del nostro fondo”, racconta Alfisi. Un sistema che si basa fondamentalmente “sulla fiducia verso la persona. Il nostro tasso di default è sempre stato in linea con quello degli istituti di credito, ovvero circa il 10 per cento. E si tratta di persone scartate dalle banche”. Un percorso certamente di successo, ma sul quale c’è un forte problema: la paura. “Nei casi d’usura è una sconfitta non riuscire a convincere le persone a denunciare. In molti casi siamo riusciti ad effettuare dei colloqui, nei nostri locali, con la Guardia di Finanzia del nucleo antiusura per far sapere i benefici di una eventuale denuncia. Finora non ci siamo riusciti a convincere”, conclude Alfisi.

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