Intervento dell’Arcivescovo di Milano, Mons. Mario Delpini, al Convegno della Consulta Nazionale Antiusura 2019

Auspici e pensieri dell’Arcivescovo di Milano, Mons. Mario Delpini

1.   La sfida

Siamo pochi e inermi. Vogliamo combattere un nemico potente, armato, aggressivo.

Siamo determinati a vivere nella legalità e osservare le regole. Vogliamo contrastare organizzazioni che fanno della trasgressione un vanto e deridono la legalità. Abbiamo mezzi e risorse modeste. Vogliamo combattere nemici che dispongono di mezzi praticamente illimitati.

Siamo forse ingenui e velleitari?

No. Siamo seminatori. Seminatori di futuro, di libertà, di bene comune

2.   Il compito educativo

Abbiamo capito che l’indebitamento e l’usura non rappresentano solo una questione economica ma culturale. Perciò la nostra azione si inserisce nel generale compito della Chiesa che è quello educativo.

Voi siete impegnati in quel compito così necessario oggi dell’educazione all’uso del denaro. Come diceva Papa Pio XI “Il denaro è un ottimo servitore, ma un pessimo padrone”.

Occorre impegnarsi per

  • educare, in particolare i giovani, a stili di vita basati sulla “sobrietà”;
  • formare una mentalità che promuove “legalità” e l’onestà;
  • indicare nei beni, compreso il denaro, il loro vero fine che è la condivisione e il bene comune.

Educare dunque a una “solidarietà” che partendo dall’ascolto del grido dei poveri deve ispirare una nuova economia: una finanza non più e non solo per il profitto, ma in favore dell’essere umano integrale.

3.    La  “bonifica antropologica”

La comunità cristiana si fa carico del compito educativo come una provocazione alla libertà esercitata nel realismo del vissuto.

La libertà si può praticare se si comprende anzitutto come gratitudine: noi siamo quello che abbiamo ricevuto. Siamo tutti, immensamente, eternamente debitori. Non hai nulla che tu non abbia ricevuto. La schiavitù è la condizione di chi vive non nella gratitudine, ma nella paura, sotto la pressione della minaccia che impone di restituire, nell’oppressione che ignora il perdono.

Mentre noi diciamo: “rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori”, l’usura minaccia: “restituisci quello che mi devi con gli interessi, altrimenti ti rovino, e rovino la tua vita e la tua famiglia”.

Dobbiamo tutti ricordarci che siamo debitori nella concretezza della vita e dei legami sociali: di coloro che ci hanno preceduto, dei fratelli con cui conviviamo oggi, così come delle future generazioni. E per noi credenti l’uomo è per essenza debitore di fronte a Dio, dal quale tutto ha ricevuto, e di fronte agli altri. La sorprendente novità Evangelica che preghiamo ogni giorno nel Padre Nostro (Mt. 6,12) arriva al rimettere i debiti nel perdono. Il perdono al fratello non è la condizione del perdono di Dio, ma la prova che ci ha trasformati.

La nostra esperienza del debito condonato ci motiva a denunciare le cause e gli effetti di un’economia basata sul consumo ossessivo e sul solo profitto. Questa idolatria produce accanto a una ricchezza per pochi, condizioni di vulnerabilità e impoverimento che coinvolgono non solo i poveri tradizionali ma anche persone, famiglie e piccoli imprenditori la cui situazione finanziaria risulta compromessa e quindi non riescono più a onorare i debiti accumulati.

Persone che si trovano costrette a chiedere un aiuto alla Chiesa che interviene grazie alla vostra azione con l’ascolto, l’accompagnamento e la consulenza finanziaria nei rapporti con i creditori, l’aiuto e il sostegno finanziario.

4.   Gli auspici

Vi incoraggio a promuovere nei soggetti economici e finanziari, in particolare le Banche, progetti di investimenti e promozione di libere iniziative che si assumano la responsabilità di una comunità e di un territorio.

Voi conoscete la sapienza che ispira l’uso del denaro:

  • una maggior prudenza nel prestito per il consumo che spesso viene dato senza le necessarie valutazioni di reale sostenibilità degli impegni sul reddito futuro della famiglia richiesti;
  • una maggiore considerazione dell’importanza della fiducia nelle persone superando l’approccio burocratico e impersonale che spinge a intraprendere azioni di recupero “disinvolte” del credito alle imprese e dei mutui delle famiglie;
  • un’attenta valutazione nella cessione dei crediti in sofferenza delle imprese e delle famiglie che non riescono a pagare il mutuo. Perché non perdano insieme alla solvibilità bancaria la dignità perdendo il lavoro e la casa.

Sono riconoscente per l’azione della Consulta Nazionale Giovanni Paolo II che attraverso le 32 Fondazioni antiusura in tutte le regioni italiane aiuta le persone che sono entrate nella condizione di sovraindebitamento e pertanto rischiano di accedere a forme illegali di credito come l’usura.

La Consulta Antiusura sul reddito di cittadinanza: “più fondi per le famiglie sovrindebitate e a rischio usura”

Un appello al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e a tutte le rappresentanze delle Assemblee legislative di Camera e Senato affinché

…le somme stanziate con il Reddito di cittadinanza “in favore del Fondo di solidarietà̀ per le vittime dei reati di tipo mafioso, delle richieste estorsive e dell’usura siano trasferite al Fondo di prevenzione dell’usura ex dart. 15 della legge 108 del 1996.

Lo rivolge la Consulta nazionale antiusura, mentre si avvia la discussione alla Camera dei deputati del testo del Disegno di Legge di conversione del Decreto Legge 28 gennaio 2019, n. 4, recante, per l’appunto, disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni.

A parte l’evidente disparità di trattamento con il Fondo di prevenzione ex art. 15 L. 108/96, vero terreno di contrasto all’usura e all’estorsione”, la Consulta nazionale antiusura mette in guardia dal “rischio concreto di rendere inutile tale misura in quanto il Fondo di solidarietà ex art. 14 l. 108/96 attualmente è molto capiente tanto da risultare assai sufficiente per soddisfare le istanze di accesso ai benefici economici da parte delle vittime. Una ulteriore misura in tale direzione renderebbe superflua la previsione di legge dal momento che ad oggi il Fondo di solidarietà ex art. 14 L. 108/96 presenta un attivo di oltre 100 milioni di euro con un impegno medio di spesa annuale che complessivamente non supera i 25-30 milioni di euro.

Al contrario, “ove tale misura economica fosse indirizzata alla Prevenzione ex art. 15 l. 108/96 si avrebbe certamente la possibilità di raggiungere una maggiore platea di famiglie e imprese sovra-indebitate e a rischio usura”.

Attualmente, ricorda la Consulta,

“il Fondo di prevenzione, contrariamente alla previsione legislativa iniziale che imponeva trasferimenti costanti in suo favore dal Fondo di solidarietà – notoriamente più ricco -, è alimentato con i soli proventi delle sanzioni antiriciclaggio irrogate dal ministero dell’Economia e delle Finanze che, purtroppo, per l’entità non risultano sufficienti per conseguire la finalità di prevenzione dei fenomeni criminali”.

Questa “modifica sarebbe perfettamente in linea con le intenzioni del Governo di contrasto della povertà mediante la misura del Reddito di cittadinanza”, conclude la Consulta, ricordando la condizione di sofferenza di milioni di famiglie italiane, molte delle quali scivolate nella condizione di estrema povertà, con uno stato di sovraindebitamento a rischio di usura.

Articolo apparso su Agenzia d’Informazione SIR il 12/3/2019 

 

A Palermo per combattere l’usura e l’azzardo

Azzardo e indebitamento a usura. Due fenomeni collegati che hanno riverberi sulla democrazia, sulla salute pubblica, sul Pil, sul risparmio dei cittadini e sul bilancio dello Stato. Vanno in netto contrasto con l’utilità sociale, la sicurezza e la libertà delle persone. La legge penale vieta l’azzardo. Non esiste dunque l’azzardo legale. A destare grande preoccupazione è l’azzardo on line, il quale è in espansione stravolgente. E allora come arginare questa terribile diffusione. Con le leggi e la regolamentazione, perché regolamentare non significa proibire. Ci sono comuni come Bergamo, Anacapri che dopo aver adottato dei regolamenti comunali no-slot registrano vistose diminuzioni del consumo di azzardo, e non solo. È necessario anche un cambio di passo da parte dell’approccio culturale rispetto ai temi economici: l’economia non può essere solo sinonimo di profitto, è anche comunione, solidarietà e bene comune. È quanto emerso nei giorni scorsi a Palermo, nell’ambito della Tavola Rotonda “Azzardo. Per una svolta istituzionale a tutela della persona e del bene comune”, organizzata dalla Consulta Nazionale Antiusura, che riunisce 31 Fondazioni Antiusura operanti nelle regioni del Paese, in collaborazione con la Fondazione Antiusura “Santi Mamiliano e Rosalia” di Palermo.
La celebrazione eucaristica nella Cattedrale di Palermo ha aperto il convegno. A presiederla l’arcivescovo di Trapani, monsignor Pietro Maria Fragnelli, in sostituzione dell´arcivescovo del capoluogo siciliano, monsignor Corrado Lorefice, influenzato. Al termine della celebrazione Mons. Alberto D’Urso, presidente della Consulta Nazionale Antiusura, e i volontari delle Fondazioni Antiusura si sono recati per una sosta di preghiera sulla tomba del beato Don Pino Puglisi.
È stato avviato un confronto franco e costruttivo tra le Fondazioni dell’Italia meridionale e il mondo delle istituzioni.
“Nonostante il nostro grido d’allarme che parte da molto lontano – ha dichiarato Mons. Alberto D’Urso – i Monopoli stanno promuovendo a velocità supersonica l’immissione sul mercato di 265 mila slot e più di 55.000 pericolosissime moderne videolottery che equivalgono a 750 milioni circa di euro che nel 2019 saranno sottratti in più alle tasche dei giocatori. In sostanza la tassazione dello Stato continua a non risparmiare le vittime dell’azzardo”.
Nel 2018 il circuito del gioco d’azzardo ha raggiunto la cifra record di 107 miliardi di euro nel nostro Paese. Si tratta della somma delle parti che includono ogni segmento relativo al gioco: lotterie, gratta e vinci, macchinette slot, ippica, scommesse sportive, tra cui ovviamente quelle del calcio, del gioco online… Il settore del gioco on line non conosce crisi ma anzi e´ in piena espansione, passando dai 21 miliardi e 331 milioni del 2016 ai 32 miliardi del 2018. Ma e´ l´intero circuito a prosperare se si considera sia il canale digitale che le installazioni fisiche come le slot machine: in Italia negli ultimi 25 anni, tra la fine del 1993 all´ultimo consuntivo del 2017 il consumo lordo di ´gambling´ e´ passato da un valore pari a 8,79 miliardi di euro a 107 miliardi e 300 milioni nel 2018, con un balzo del 4,5 per cento tra il 2017 e il 2018 (passando da 101,850 miliardi a circa 107,3).
“Basta con i giochi di parole come: “giochi di abilità a distanza” dove di abilità non c’è niente ma è solo un casinò on line; basta con i rimandi e con le necessità di bilancio statale che a conti fatti tra costi e benefici registra solo perdite, ha dichiarato il Segretario Nazionale della Consulta Antiusura Dott. Ruggero Ricco. Non è abolendo l’offerta che si può sperare in una diminuzione dell’azzardo”.
Su 32 miliardi di gioco on line registrati nel 2018 le entrate dello Stato sono state circa 330 milioni, pari a circa l´1 per cento. E se i concessionari prendono il 2 per cento, i proventi delle mafie sono pari a un miliardo e mezzo su 4 miliardi gestiti dai siti internet. Questo perche´ collegandosi con regolare concessione ai siti on line per giocare il sistema tecnologico consente lo switiching verso i paradisi fiscali all´estero. “La mafia batte lo Stato 5 a 1″, ha spiegato il Prof. Maurizio Fiasco, consulente della Consulta nazionale Antiusura. Fiasco ha poi sottolineato la mancanza di rilevazioni precise sul gioco on line, tra vari paradossi: “Sono dati secretati con motivazioni false. Il punto e´ che esiste una sproporzione enorme tra il volume del giocato e il ricavo erariale. Siamo passati da 5 modalita´ di gioco d´azzardo a 51 e abbiamo 4 milioni di persone fisiche che si sono registrate on line con un profilo che fornisce indicazioni su eta´ del giocatore, provenienza e orari di gioco. Il paradosso e´ che questi ´big data´ non sono a disposizione del ministero della Salute, ma vengono concessi alla Sogei”. “Quando mi sono reso conto, ha dichiarato il Presidente del Tribunale di Palermo Dott. Salvatore Di Vitale, nell’ambito di un processo che i mafiosi erano i super premiati delle lotterie, ho capito che dal punto di vista delle normative e della regolamentazione del fenomeno qualcosa non funzionava”. A livello centrale, si è scelto di moltiplicare in termini esponenziali l’offerta di azzardo per utilizzarla come leva fiscale e fare cassa, parallelamente, però, negli stessi anni, gli amministratori locali hanno dovuto imparare a conoscerne le aberrazioni sui propri territori e a gestirne le conseguenze, primariamente in termini di tutela dei propri cittadini più vulnerabili. “Va smontato l’argomento che una maggiore regolamentazione e diminuzione dell’offerta implichi dirottare i consumatori dal mercato legalizzato a quello clandestino e illegale, ha spiegato Valeria Carella, Ricercatrice giurista. È necessario ristabilire la giusta narrativa su questo fenomeno, che è quanto mai carsico e intricato. È questo tipo di offerta, per come è stata congegnata dai concessionari, a cui lo Stato ha ceduto il passo, che radicalizza la popolazione dei giocatori all’azzardo”. Gli interventi legislativi susseguitisi negli ultimi anni sulla materia non appaiono coerenti tra loro, poiché questa materia si trova al centro di una fitta trama di interessi contrapposti. “Attraverso il controllo del gioco lecito lo Stato eviterebbe il riciclaggio di denaro di illecita provenienza, il ricorso a forme di violenza nei confronti dei giocatori insolventi e l’incremento dei patrimoni della malavita organizzata, ha dichiarato la Dott.ssa Giovanna Nozzetti, Giudice terza sezione Civile Tribunale di Palermo. Per questa ragione, la legislazione di settore si sarebbe orientata non tanto verso l’enfatizzazione del disvalore morale del gioco d’azzardo, quanto piuttosto nella direzione della maggiore diffusione possibile del gioco lecito controllato dallo Stato”. “Nel nostro ordinamento, ha ricordato il Dott. Luigi Gaetti, Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Interno, l’intervento legislativo più organico in materia è stato effettuato, come noto, con il cosiddetto decreto Balduzzi (decreto legge n. 158 del 2012 , convertito nella legge n. 189 del 2012). Tra le diverse tematiche affrontate la legge ha previsto l’aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza (LEA) con riferimento alle prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione rivolte alle persone affette da ludopatia. – Tuttavia, la riforma è rimasta incompiuta. Da medico, mi preme sottolineare l´importanza dell´attivita´ di prevenzione da parte del ministero della Salute e delle associazioni del territorio”.
“E’ necessario che lo Stato assuma una posizione forte, ha dichiarato la Dott.ssa Antonella De Miro, Prefetto di Palermo. “Ma i cambiamenti hanno bisogno di tempo e devono riguardare la cultura dei cittadini, ha ammesso il Sindaco di Palermo, Prof. Leoluca Orlando. Palermo è cambiata tanto negli ultimi quarant’anni ma non per le leggi e la costituzione che sono rimaste le stesse, sono cambiati gli atteggiamenti delle persone”. “È una partita che va giocata insieme, ha dichiarato la Dott.ssa Annapaola Porzio, Commissario straordinario del Governo per il coordinamento iniziative antiracket e antiusura. L’usura è un crimine disgustoso. Il nostro operato si fonda sulla prevenzione, ma si esprime anche con la repressione e il sostegno”.
L’appello è stato accolto da Mons. Alberto D’ Urso che ha concluso: “Dobbiamo camminare insieme. Abbiamo iniziato quasi 25 anni fa, esiste la legge 108/96 grazie al nostro impegno e determinazione. La persistente crisi ha dimostrato tutte le inefficienze dei sistemi economici basati sul mero profitto. I poveri, che in questi anni sono diventati sempre più numerosi, non possono essere ignorati: riflettendo sulle loro situazioni, essi vanno recuperati alla nostra attenzione e diventare i protagonisti delle scelte del mondo economico e della politica, altrimenti non se ne esce. È necessario pertanto aprire percorsi di “economia di comunione” in cui l’approccio è capovolto: bisogna considerare gli attori dell’economia come persone che entrano in relazione le une con le altre per collaborare e condividere i beni propri e quelli degli altri”.
Alla Tavola Rotonda sono intervenuti anche il Dott. Vittorio ALFISI, Presidente Fondazione Ss. Mamiliano e Rosalia › Sicilia; Padre Basilio GAVAZZENI, Presidente Fondazione Lucana Mons. Cavalla› Basilicata; il Dott. Francesco MARZANO, Presidente Fondazione San Matteo Apostolo› Calabria; l’Avv. Amedeo SCARAMELLA, Presidente Fondazione San Giuseppe Moscati› Campania che hanno reso noti i dati sull’azzardo delle rispettive regioni.
Articolo a firma del Direttore di TrapaniOk.it, pubblicato in data 1/3/2019

Al Seminario Arcivescovile, sul tappeto l’azzardo e il bene comune

Azzardo: per una svolta istituzionale a tutela della persona e del bene comune” è il tema del convegno nazionale, organizzato dalla Consulta Nazionale Antiusura “Giovanni Paolo II”, in collaborazione con la Fondazione Antiusura “Santi Mamiliano e Rosalia” di Palermo, che si svolgerà mercoledì 20 febbraiopresso il Seminario Arcivescovile Diocesano, in via Incoronazione 7, a Palermo.

«Siamo davanti a una delle principali cause di indebitamento delle famiglie italiane anche a usura – dichiara mons. Alberto D’Urso, presidente della Consulta Nazionale Antiusura – . Il suo consumo è ormai fuori controllo per stessa ammissione di alcuni esponenti delle istituzioni. Siamo di fronte a una deriva non solo economica, ma anche esistenziale. Ci sono persone che, a causa dei debiti o per coprire le insolvenze da azzardo, fanno gesti inconsulti a danno di se stessi, dei familiari e dell’intera collettività. È un fenomeno tanto complesso che va contrastato sul piano della prevenzione, della legalità, della giustizia, dell’economia politica, della politica economica e della salute pubblica. Per questa ragione abbiamo deciso di invitare intorno a unico tavolo esperti che si interfacciano con i fenomeni dell’azzardo e dell’usura. Dopo Palermo, seguiranno una tavola rotonda a Torino, il 9 aprile, per le Fondazioni  dell’Italia settentrionale; una, poi, a Roma, il 10 aprile, per il centro Italia».

I lavori si apriranno alle 9 con la celebrazione Eucaristica, presieduta da mons. Corrado Lorefice, Arcivescovo di Palermo nella Cattedrale di Palermo, al termine della quale ci sarà una sosta significativa di preghiera sulla tomba del Beato Pino Puglisi.

Alle 10, nella Sala Convegni del Seminario Arcivescovile, a portare i saluti saranno:  mons. Lorefice; la dott.ssa Antonella De Miro, prefetto di Palermo; il prof. Leoluca Orlando, sindaco di Palermo; la dott.ssa Annapaola Porzio, commissario straordinario del Governo per il Coordinamento delle Iniziative Antiracket e Antiusura; il dott. Salvatore Di Vitale, presidente del Tribunale di Palermo.

La prima parte della tavola rotonda verterà  sulla presenza dell’azzardo nelle Regioni dell’Italia Meridionale. Parleranno: il dott. Vittorio Alfisi, presidente della Fondazione “Ss. Mamiliano e Rosalia” – Sicilia; padre Basilio Gavazzeni, presidente della Fondazione Lucana; mons. Cavalla – Basilicata; il  dott. Francesco Marzano, presidente della Fondazione “San Matteo Apostolo” – Calabria; l’avv. Amedeo Scaramella, presidente della Fondazione “San Giuseppe Moscati” – Campania; il dott. Ruggero Ricco, segretario generale della “Consulta Nazionale Antiusura” – Puglia.

Nella seconda parte del convegno il prof. Maurizio  Fiasco, sociologo, consulente della “Consulta Nazionale Antiusura” parlerà di  “Azzardo: analisi dei dati e linee di una riforma a garanzia della persona, della società e dell’interesse pubblico”; la dott.ssa Valeria Carella, ricercatrice, affronterà il tema “Regolamentare non è proibizionismo: disamina politiche territoriali”; la dott.ssa Giovanna Nozzetti, giudice della Terza Sezione Civile del Tribunale di Palermo, di “Azzardo e Costituzione. Discrimine tra compatibilità e antinomia”.

Le conclusioni saranno affidate al dott. Luigi Gaetti, sottosegretario di Stato al Ministero dell’Interno, e a mons. Alberto D’Urso, presidente della Consulta Nazionale Antiusura. L’incontro sarà moderato dal dott. Pino Grasso, direttore dell’Ufficio per le Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi di Palermo.

La partecipazione al convegno nazionale dei giornalisti è riconosciuto dall’Ordine dei Giornalisti di Sicilia e rilascia 5 crediti formativi.

Articolo a firma di Gilda Sciortino pubblicato in data 19/2/2019 ne Il Quotidiano di Palermo

 

Le associazioni e i movimenti antiusura rilanciano l’appello per fermare l’azzardo in Italia

COMUNICATO STAMPA

Bari, 15 giugno 2017

AZZARDO ITALIA
LE ASSOCIAZIONI E I MOVIMENTI
RILANCIANO L’APPELLO IN SETTE PUNTI
PER FERMARE L’AZZARDO IN ITALIA

                             Al Governo chiedono chiarezza di obiettivi e strumenti

In vista della Conferenza Unificata Stato Regioni, di nuovo convocata per giovedì 22 giugno 2017 per il riordino di una parte dei giochi d’azzardo, le Associazioni, gli Enti della Comunità Ecclesiale e i Movimenti rinnovano ai rappresentanti delle Regioni e dei Comuni l’invito a recepire le misure indicate nei sette punti dell’appello inviato lo scorso 23 maggio. Al Governo si chiede un dialogo franco, onesto e sincero negli obiettivi da perseguire e negli strumenti da utilizzare al fine di tutelare il bene comune e salvaguardare l’interesse pubblico.

Nell’architettura del provvedimento presentato dal Governo, invece, alla riduzione tecnologica dell’offerta dell’azzardo non corrisponde affatto la previsione della contrazione del consumo. Proprio un taglio netto all’abuso di azzardo resta il nostro obiettivo principale. In questa cornice è richiesta la correttezza dell’interlocuzione con i rappresentanti dell’Esecutivo e del Parlamento, scevra da doppi sensi e obiettivi reconditi. È inaccettabile, per esempio, che l’emendamento introdotto nella manovra correttiva finanziaria approvata alla Camera il 30 maggio, mentre fissa la riduzione del 34% del numero di slot machine installate nei pubblici esercizi, adotti l’ambiguo vincolo che ciò avvenga “a introiti invariati”.

Se non si procede a identico taglio per le VLT nelle sale gioco la conseguenza potrà persino essere quella di aumentare il rendimento di tale seconda (e ancor più aggressiva) tipologia di macchine da gioco d’azzardo. Anche per l’imposizione fiscale è necessaria una revisione, affinché siano eliminate inaccettabili franchigie delle quali beneficia il commercio dell’azzardo rispetto ad altre attività economiche.

La crescente critica che si leva nella società civile intorno a questa patologia anche di tipo sociale ed economico ci induce a proseguire con determinazione nel dialogo, con la condivisione e l’unione delle forze. Il problema non riguarda solo la figura del giocatore d’azzardo, ma l’insieme delle famiglie che subiscono passivamente le conseguenze della dipendenza da scommesse, slot machine, lotterie e invasione di sale da gioco.

Peraltro è ancora troppo limitata l’offerta di presa in carico terapeutica da parte dei servizi sociosanitari. Va inoltre sottolineato come l’appello in sette punti sia perfettamente in linea anche la giurisprudenza delle magistrature superiori, compresa la Corte Costituzionale. Come ribadito da recenti sentenze la Consulta, i Tar e il Consiglio di Stato hanno rigettato molti ricorsi sia contro i regolamenti comunali e sia contro le leggi regionali intervenuti a contenere l’impatto del gioco d’azzardo sulle popolazioni e sui territori.

Le sottoscritte Associazioni, Enti e Movimenti confermano alla Conferenza Unificata Stato Regioni l’appello in 7 punti inderogabili, presentato in occasione della scorsa convocazione.

  1. Ogni intervento nel settore dell’azzardo deve mirare a ridurre non solo l’offerta ma anche il consumo di gioco d’azzardo.
  2. La pubblicità al gioco d’azzardo va, quindi, rapidamente estinta in maniera assoluta con l’impegno a discutere in Aula e approvare i progetti di legge presentati in tal senso alle due Camere da oltre 200 parlamentari
  3. La giurisprudenza favorevole a Comuni e Regioni deve tradursi in un concreto, esplicito e incondizionato riconoscimento agli Enti locali di totale autonomia potestà regolamentare e legislativa in materia. L’ultima bozza governativa del 2 maggio è di fatto superata dalle successive pronunce dei giudici della Corte costituzionale e del Consiglio di Stato che confermano la imprescindibilità del contributo normativo e regolamentare in materia di contrasto all’azzardo di Regioni e Comuni.
  4. Le Aziende sanitarie devono dispiegare l’offerta di presa in carico terapeutico e predisporre la sorveglianza sanitaria su tutti i locali dove si esercita gioco d’azzardo, con divieto ovunque di consumo di alcolici e di fumo
  5. L’articolo 14 della legge antiusura va esteso rapidamente anche alle persone fisiche, a cominciare dalle vittime di usura connessa alla dipendenza da gioco d’azzardo
  6. Va stabilita una moratoria integrale di ogni tipo e struttura di nuovi giochi d’azzardo.
  7. Per rendere efficace ogni azione di contrasto, vanno, infine, messi a disposizione di comuni, Asl, cittadini, ricercatori, i dati – scorporati per tipologia, provincia e città – dei flussi di denaro a oggi movimentati dall’azzardo.

Al Governo chiedono di essere aggiornate con largo anticipo sui testi delle norme che si intende inserire in materia di azzardo, anche come emendamenti, nella Legge di stabilità 2018.

Convegno “L’azzardo non è un gioco”: report dell’evento

Convegno Bagheria (164)

La Fondazione SS. Mamiliano e Rosalia, con il patrocinio del Comune di Bagheria e con la collaborazione della Parrocchia Maria SS. del Carmelo di Bagheria, ha organizzato il convegno “L’azzardo non è un gioco”, che si è svolto il 12 maggio 2017 nel salone della stessa parrocchia.

L’iniziativa, destinata prevalentemente a giovani studenti delle scuole superiori di Bagheria, ha visto l’intervento della psico-pedagogista Dott.ssa Evelina Arcidiacono dell’Ufficio Scolastico Regionale, che ha parlato dell’aiuto che la scuola può dare nella prevenzione e nel sostegno per coloro che possano trovarsi a rischio patologico di giocatore d’azzardo; il sociologo Prof. Maurizio Fiasco che ha presentato le insidie che si nascondono nella subdola pubblicità dei numerosi e diversificati giochi d’azzardo cosiddetti legali; il matematico Prof. Paolo Canova che ha fatto giocare i numerosi presenti, simulando il gioco “WinforLife”, a conclusione del quale ha dimostrato che il 98% dei giocatori non ha vinto nulla e solamente il due per cento avrebbe potuto vincere una somma assolutamente irrisoria. Ha poi evidenziato le rare possibilità – statistiche – di una possibile vincita di importo ben più ragguardevole.

Ad apertura del Convegno, moderato dal giornalista Dr. Pino Grasso, ci sono stati i saluti e gli interventi del Sindaco di Bagheria Patrizio Cinque, del Presidente della Fondazione Antiusura Vittorio Alfisi e del Vicario Episcopale Mons. Raffaele Mangano, intervenuto in rappresentanza dell’Arcivescovo Mons. Corrado Lorefice.

Convegno Bagheria (84)

Azzardo, un matematico ne svela i trucchi a Bagheria

All’incontro patrocinato dal Comune di Bagheria e organizzato dalla fondazione antiusura Ss. Mamiliano e Rosalia, Paolo Canova ha spiegato agli studenti le probabilità – quasi inesistenti – di vittoria al Win for Life. Presente anche lo studioso Maurizio Fiasco: «Il caso viene fatto passare per abilità».

«Dopo l’Università alcuni miei compagni di Matematica sono stati assoldati da Lottomatica, Snai, Sisal e gli altri concessionari del gioco d’azzardo. Io invece ho deciso di passare al lato lucente della forza». Paolo Canova sorride, gli studenti di Bagheria pure, sembrano aver recepito la parafrasi da Star Wars. Di fronte a loro c’è un matematico che dal 2009, insieme al fisico Diego Rizzuto, porta avanti una campagna di informazione sul gioco d’azzardo: prima attraverso una mostra, poi con una serie di conferenze e dal 2016 con un libro dal titolo Fate il nostro gioco. L’obiettivo è «svelare le regole, i piccoli segreti e le grandi verità» che stanno dietro al Win for Life, alle slot machines e alle videolottery, al Superenalotto, ai Gratta&Vinci, al Lotto, al Bingo e a tutti gli altri giochi diffusi negli ultimi anni.

L’occasione è il convegno “L’azzardo non è un gioco”, organizzato dalla fondazione Ss. Mamiliano e Rosalia con il patrocinio del Comune di Bagheria. Canova e Rizzuto da anni girano l’Italia per sensibilizzare soprattutto i giovani. Utilizzando la matematica – la materia forse più odiata, di sicuro quella più temuta nelle scuole di ogni ordine e grado – come strumento ludico per capire l’azzardo. E in Sicilia Canova sceglie di esordire nella sua relazione lunga un’ora con una foto sgranata, risalente agli anni ’80 e proveniente dagli archivi della polizia: lo scatto viene dalle Antille Olandesi, a destra c’è Nitto Santapaola, boss catanese tra i mandanti delle stragi Falcone e Borsellino; a sinistra un suo caro amico d’infanzia, il misconosciuto Gaetano Corallo. Che c’entra la mafia col gioco d’azzardo? «Il figlio di Gaetano Corallo, Francesco, ha gestito per conto dello Stato – spiega il matematico torinese – circa metà delle slot in Italia». Solo a dicembre 2016 il re delle slot, ex titolare di Betplus, è stato arrestato dalla polizia olandese nell’isola caraibica di Saint Marteen.

Poi Canova torna nel suo campo, distribuisce fac-simili del Win for Life e con gli studenti gioca a capire, tramite il calcolo delle probabilità praticato dal vivo, quante reali possibilità si hanno di vincere. «Con Diego abbiamo partecipato a 400 conferenze in tutta la penisola, e abbiamo avuto di fronte 130mila persone – dice ancora Canova – che abbiamo potuto conteggiare dalle schede che abbiamo dato pure a voi. Sapete quante persone avrebbero vinto il massimo premio? Uno: il signor Michele a Monza ha fatto dieci, l’ho abbracciato e c’ho fatto un selfie. Ma il signor Michele non avrebbe neanche vinto il massimo premio, cioè i 3mila euro per 20 anni, bensì 10mila euro in un’unica tranche. Perchè? Perchè non ha beccato anche il numerone (il numero jolly … ndr). E anche se avesse beccato il numerone, avrebbe dovuto sperare di essere l’unico in Italia, perchè in quel caso avrebbe dovuto dividere la quota con gli altri possibili vincitori».

Svelare dunque i reali meccanismi dell’azzardo, a partire dalle definizioni edulcorate che si trovano nella normativa (gioco pubblico, gioco con possibilità di vincita, gioco che prevede alea e fine del lucro), è l’obiettivo anche del sociologo Maurizio Fiasco, consulente della Consulta Nazionale Antiusura. «Il gioco d’azzardo è una narrazione tossica – dice agli alunni e alle alunne bagheresi – a partire dal fatto che il caso viene fatto passare per abilità. Questa impostura sorregge tutta l’architettura del sistema». Fiasco poi fa una rassegna degli incredibili spot, a metà tra la propaganda e i messaggi beceri, che il mondo dell’azzardo diffonde su ogni canale di comunicazione.

Per poi concentrarsi sul programma televisivo Affari tuoi, «a lungo il programma più visto della Rai e andato in onda per 10 anni, ora per fortuna sospeso. Era un programma rituale e dalla potenza simbolica devastante: il pubblico si identificava col concorrente di volta in volta in gioco, il quale metteva in scena il proprio personale e i propri familiari a partire dall’elenco dei propri desideri. Poi c’erano i tiri, così come li definiva il conduttore». Per il sociologo non era neanche la parte peggiore, perchè il messaggio che passava era fortissimo: «Il punto più squalificante era quello della scelta di fronte l’offerta che arrivava dal dottore: se continui sei coraggioso, se no sei pavido». Cosa resta da fare dunque? «Scardinare linguaggi e retorica dell’azzardo, è da qui che bisogna partire».

Articolo apparso Meriodionews.it il 12/5/2017 a firma di Andrea Turco. 

Ennesimo colpo di mano del governo a favore delle lobby dell’azzardo

ENNESIMO COLPO DI MANO DEL GOVERNO A FAVORE DELLE LOBBY DELL’AZZARDO. LO STOP DELLA CONSULTA ANTIUSURA E DEL CARTELLO “INSIEME CONTRO L’AZZARDO: “LA CONFERENZA UNIFICATA NON RATIFICHI LA BOZZA DEL GOVERNO” 

L’ennesimo colpo di mano si tenta in queste ore di mettere a segno sulla riforma del “Sistema Azzardo” in seno alla Conferenza Unificata Stato Regioni, convocata per domani 4 maggio, per discutere della riorganizzazione della in tutta fretta rete di vendita dell’azzardo sui territori. Una bozza emendata, di cui sono sconosciute le reali modifiche, sarà discussa dai rappresentanti degli Enti Locali che parteciperanno alla Conferenza. Ai Sindaci e ai Governatori chiediamo a nome delle ventinove Fondazioni Antiusura e del Cartello “Insieme contro l’Azzardo” di alzare il livello di allerta e di non lasciare alcuna delega in bianco al Governo. È l’appello del Presidente della Consulta Nazionale Antiusura Giovanni Paolo II, mons. Alberto D’Urso e del Coordinatore del Cartello “Insieme Contro l’Azzardo”, avv. Attilio Simeone.

“Abbiamo fondati motivi per essere critici e preoccupati in merito al Documento che il tavolo tecnico sta discutendo in queste ore. La nostra proposta di riduzione dell’offerta dell’azzardo, sostenuta da gran parte dei rappresentanti degli Enti Locali del nostro Paese e consegnata due mesi fa nelle mani del Sottosegretario Baretta, è stata disattesa. Si tratta di un documento che ha basi scientifiche che si schiera dalla parte dei cittadini e ricerca il bene della società italiana. La Delega al Governo è chiara: chiede di aumentare i presidi di Solidarietà e perciò di tutelare e rafforzare i poteri di intervento degli Enti Locali. Il Presidente dell’ANCI, Antonio Decaro, deve rivendicare quanto stabilito dal Parlamento nella Delega”.

Quattro interventi chiave la Consulta Antiusura e il Cartello “Insieme contro l’Azzardo” richiamano nel Documento consegnato al Governo.

  1. Occorre stabilire un divieto di pubblicità all’azzardo in qualunque forma e luogo (carta stampata, radio, televisione, internet, cartellonistica, sponsorizzazioni su tutti i mezzi pubblici) e il rilancio sulle televisioni pubbliche di notizie legate a “grandi vincite”. Tale divieto deve risultare totale, analogamente a quanto avviene per tabacco e superalcolici.
  2. Allo Stato spetta certamente il compito di dettare regole e limiti inderogabili all’azzardo. Ma agli enti locali – Comuni e Regioni – deve continuare a essere riconosciuta la possibilità di introdurre ulteriori e più forti argini alla presenza e ai tempi dell’azzardo nei territori di loro competenza per tutelare la salute psichica e fisica dei cittadini e prevenirne impoverimento e sofferenza.
  3. Lo Stato che deve farsi seriamente e concretamente carico del problema patologico, riconoscendo e rendendo fruibili i LEA con la presa in carico da parte dei servizi pubblici delle persone con GAP tassando secondo giustizia le aziende dell’azzardo. Va altresì rimossa l’incostituzionale esclusione delle famiglie al fondo statale di solidarietà antiusura.
  4. Bisogna imboccare con decisione la via di una gestione delle attività legate all’azzardo nell’ottica della tutela della salute pubblica, introducendo una moratoria per nuovi giochi d’azzardo e ripristinando il tradizionale obiettivo prioritario dello Stato che era di contenerne il consumo e di ridurre i danni correlati, ponendo in secondo piano l’ottica fiscale orientata alle mere entrate che portano a espandere l’offerta.

L’offerta diminuisce quando essa si rende disponibile in modo idoneo a ridurre seriamente il consumo. È il punto fermo, netto e inequivoco, secondo lo studio realizzato dal gruppo di lavoro della Consulta Antiusura, che individua un algoritmo con una o più misure in combinazione. Si spiega nel documento che le tradizionali leve per “ridurre l’offerta” (qualunque sia il consumo) consistono, normalmente, in una o più misure in combinazione

  1. nel rallentare la frequenza della commercializzazione di un “prodotto”;
  2. nella rarefazione dei punti di accesso al prodotto nocivo;
  3. nella riduzione dell’orario di vendita unitaria del prodotto;
  4. nel distanziamento dei luoghi dell’offerta dai luoghi di provenienza dei giocatori;
  5. nella totale eliminazione della pubblicità (su cartellonistica, affissioni di ogni genere – in locali privati, pubblici ovvero aperti al pubblico -, su reti televisive pubbliche e private, su reti radiofoniche e su internet) del “prodotto” e in generale dell’offerta nelle ore diurne (06:00 – 23:00) e nella forte limitazione della stessa nelle ore notturne (23:01 – 05:59);
  6. nella combinazione di due o più misure: La riduzione massima si ottiene con A + B + C + D + E + F: ovvero eliminando la pubblicità diurna (06:00 – 23:00) e limitandola alle sole ore notturne (23:01 – 05:59), con macchine di vendita funzionanti a bassa frequenza, collocate in un numero inferiore di luoghi, cui si accede per locali aperti per un tempo della giornata contingentato su limiti massimi invalicabili, in sedi distanti dalle aree residenziali, lavorative, della socialità e di attività importanti per la comunità (centri giovanili, scuole, ospedali, chiese ecc.). 

“Agli Enti locali, in particolare, che parteciperanno alla Conferenza Unificata – ha dichiarato mons. D’Urso – chiediamo di assumere una posizione di netta distanza da un documento di cui non si conosce la reale portata. È un argomento che riguarda il destino della salute e della vita di milioni di famiglie italiane che non può essere licenziato senza tenere conto di chi quotidianamente si occupa di raccogliere dalla strada giovani, famiglie e bambini ridotti alla fame, alcune volte anche al suicidio, a causa dell’azzardo”.

“L’On. Baretta – conclude l’Avv. Simeone – aveva garantito che avrebbe sottoposto la bozza alle Associazioni prima della riunione della Conferenza Unificata. Da alcune indiscrezioni, ci risulta che nel Documento ci sarebbero delle misure che ci allarmerebbero non poco. L’istituzione di sale A2 e la riduzione a 50 metri della distanza dell’offerta di azzardo dalle scuole, chiese, oratori, vanificherebbero del tutto non solo lo spirito della Delega, ma peggio, ogni tentativo di tutelare i cittadini e i territori”.

Bagheria pensa a ordinanza contro il gioco d’azzardo «Si potrà giocare alle slot solo negli orari prestabiliti»

Dopo aver chiesto i dati all’osservatorio sulle dipendenze dell’Asp, la giunta retta dal sindaco Patrizio Cinque affronta la cosiddetta ludopatia. Con un convegno educativo dal titolo L’azzardo non è un gioco e con una bozza di delibera per limitare gli orari delle sale scommesse e in generale degli esercizi commerciali con le slot.

Più si diffonde più viene sottovalutato: è il rischio maggiore connesso al gioco d’azzardo, ormai entrato tra le abitudini dei siciliani e delle siciliane. Fino a questo momento si possono contare sulla dita di una mano i Comuni isolani che hanno tentato di arginare il fenomeno. Adesso Bagheria potrebbe fare da apripista.

L’amministrazione comunale, retta dal sindaco penstallato Patrizio Cinque, ha preparato una bozza di delibera – da presentare al consiglio comunale – e che intende disciplinare gli «orari di esercizio dei giochi leciti ove è consentita la vincita di denaro installati in sale giochi, sale scommesse e in esercizi commerciali». Una proposta che guarda a delibere già adottate da altri Comuni italiani, ai quali spesso i tribunali amministrativi regionali hanno dato ragione dopo le inevitabili impugnazioni da parte dei gestori delle slot e delle sale scommesse.

«Sul fenomeno del gioco d’azzardo abbiamo chiesto anche i dati all’osservatorio dipendenze patologiche dell’Asp – spiega l’assessora alla Salute e alle Politiche sociali Maria Puleo -. I numeri ci confermano che i giocatori patologici sono in aumento. E poi c’è sicuramente molto sommerso, perché spesso le persone non lo riconoscono come disturbo, o credono di poterlo controllare». Proprio per sensibilizzare ulteriormente la cittadinanza il gioco d’azzardo sarà al centro di un convegno educativo dal titolo L’azzardo non è un gioco e che si svolgerà il prossimo 12 maggio presso la parrocchia del Carmelo, organizzato dalla fondazione Ss. Mamiliano e Rosaliacon il patrocinio del Comune di Bagheria.

Alla presenza dell’arcivescovo Corrado Lorefice, interverranno tra gli altri il sociologo Maurizio Fiasco, da 20 anni in prima linea sul tema e consulente della consulta nazionale antiusura, e i due divulgatori Paolo Canova e Diego Rizzuto. Matematico il primo e fisico il secondo, da anni i due giovani studiosi svelano le regole, i piccoli segreti e le grandi verità che stanno dietro ai più comuni giochi: dalle reali possibilità di vincita dei Gratta&Vinci alle probabilità statistiche di azzeccare il 6 al Superenalotto, inferiori alla possibilità di essere colpito da un fulmine.

Un inganno matematico, ma anche linguistico. «L’azzardo viene chiamato anche gioco solo per addolcirne il senso» dice Vittorio Alfisi, presidente della fondazione antiusura SS. Mamiliano e Rosalia, voluta dalla chiesa locale come strumento operativo per la prevenzione del fenomeno dell’usura e per un sostegno alla lotta contro il racket. Una realtà che opera a Ballarò e che, pur con limitati mezzi a disposizione, si muove da anni per dialogare soprattutto con gli studenti e stimolare l’interesse su un tema preso troppo spesso sottogamba.

«La nostra esperienza ci conferma che l’azzardo è una delle principali cause di indebitamento» spiega Alfisi, che poi aggiunge un aneddoto personale e illuminante: «L’altra sera uscendo dalla parrocchia, qui all’Albergheria, ho incontrato una signora che generalmente chiede l’elemosina. Tra le mani aveva una cassetta con una miriade di Gratta&Vinci, che stava ricontrollando. Lei mi ha spiegato che non li compra ma li raccatta dalla spazzatura, perchè in molti li gettano senza neanche capire se hanno vinto, in modo compulsivo, credendo di aver già perso ai primi numeri o ai primi simboli già estratti e invece a volte sono persino biglietti vincenti».

Articolo apparso su Meriodionews.it il 6/5/2017 a firma di Andrea Turco. 

 

Il sovraindebitamento

usura2Rientrano nella categoria di sovraindebitati tutti quegli individui o famiglie, che si trovano in una situazione di deficit economico in quanto il loro bilancio fa registrare uscite superiori alle entrate, queste ultime di qualsiasi natura esse siano o da qualsiasi fonte provengano,comprendendo in esse sia i redditi da lavoro, sia le rendite provenienti dall’alienazione di beni familiari mobili ed immobili.

Con il termine sovraindebitamento attivo si indica uno stato di emergenza economica generato da una eccessiva propensione dell’individuo al consumo. Tale propensione risulta “fatale” all’individuo nel momento in cui non è sostenuta da adeguate capacità reddituali, non solo presenti, ma anche future. In questo caso, a determinare la condizione di sovraindebitamento è:

    1.   l’imprevidenza
    2.  la miopia delle famiglie che sovrastimano le proprie risorse o sottostimano l’onere dei rimborsi.

Se il sovraindebitamento attivo è per lo più ricondotto ad una scelta, seppur incauta del consumatore, quello passivo mette invece in risalto, come la causa delle difficoltà economiche, sia spesso riconducibile all’incidenza di:

    1. fattori traumatici
    2. fattori congiunturali imprevedibili e non dipendenti dalla volontà del soggetto, che hanno fatto venir meno la fonte di reddito (o parte di questo), interrompendo o riducendo i flussi di entrata e determinando l’insorgenza di passività impreviste.

Dunque, quando si parla di sovraindebitamento passivo si tende a sottolineare come le situazioni di sovraindebitamento si manifestino non solo come conseguenza di un eccesso di indebitamento di un individuo, o di una famiglia, rispetto alle capacità “correnti” di reddito, ma anche a causa del sopraggiungere di eventi che alterano queste ultime. Si citano, in proposito, i casi di:

    1. perdita dell’occupazione
    2. separazione coniugale
    3. grave malattia
    4. perdita o deprezzamento di beni patrimoniali che riducono la ricchezza dell’individuo e, in via diretta o indiretta, la capacità di rimborso delle passività.

Accanto ai due profili individuati dalla Anderloni ne viene spesso citato un terzo che si riferisce ad una situazione del “qui ed ora”, quanto piuttosto ad una situazione possibile, caratterizzandosi cioè come predisposizione al sovraindebitamento e che profetizza l’insorgere del problema in un determinato arco di tempo. Si tratta del sovraindebitamento “differito” (Fiasco, 2001), il cui sviluppo fenomenologico diverrà visibile nei prossimi anni o decenni (da qui l’aggettivo“differito”).

Questa condizione di sovraindebitamento è propria di due tipologie di nuclei familiari che stanno sempre più caratterizzando la società italiana:

    1. nuclei familiari caratterizzati dalla permanenza di figli oltre il compimento del trentesimo anno di età (dovuta avari motivi tra i quali primeggia la difficoltà d’inserimento nel mondo del lavoro) e dalla tendenza a tornare nelle famiglie d’origine in seguito ad un divorzio o ad una separazione.
    2. nuclei familiari i cui consumi sono superiori a quelli effettivamente possibili con i soli redditi da lavoro, ma che vengono effettuati grazie al contributo di una o più persone anziane conviventi (per il tramite del patrimonio o della pensione da questi posseduti).

In entrambi i casi, la famiglia, pur non versando in condizioni di indebitamento si evolve verso un’area di forte rischio,poiché assume comportamenti di consumo e impegni di indebitamento (mutui casa e prestiti personali) ben oltre la proporzione che sarebbe consentita dal reddito corrente dei soli occupati del nucleo convivente. E’ chiaro, dunque, come il sovraindebitamento differito o annunziato sia legato a situazioni che, solo apparentemente costituiscono una sicurezza reddituale. Infatti, nel caso della presenza di un elemento anziano apportatore di reddito, gli alti consumi dei membri della famiglia “ospitante”, potranno essere coperti solo fino a quando esisterà tale aiuto.

La piaga del sovraindebitamento appare strettamente correlata alla capillare diffusione del credito al consumo e può essere considerata di natura strettamente strutturale, nel senso che accompagna un radicale mutamento dell’atteggiamento delle famiglie nei confronti dell’indebitamento tramite credito, al quale non si ricorre più come un tempo come misura eccezionale o comunque di emergenza, ma piuttosto come modalità di pagamento anche per l’acquisto di beni voluttuari e di immediato consumo. Importante sottolineare che le nuove modalità di pagamento, credito al consumo ecc., non devono essere considerate a priori produttive di danni, in quanto, se utilizzate con criterio,si configurano come elementi funzionali al moderno sistema economico di cui sono addirittura considerati fattori trainanti. Infatti, è anche grazie alla possibilità di ottenere dei prestiti che una persona può programmare il proprio sviluppo futuro, aziendale e/o familiare. La situazione però assume tutt’altra caratteristica quando il debito da fisiologico diventa patologico ossia quando conduce al sovraindebitamento, andando a sconvolgere il normale sviluppo del sistema. Il fenomeno del ricorso al credito al consumo sta infatti registrando in questi anni un vero e proprio boom, dunque, oggigiorno sono sempre più numerose le persone che acquistano qualsivoglia prodotto a rate o per mezzo di un finanziamento. E’ chiaro che con ciò non si vuole condannare sistematicamente il ricorso al credito al consumo, dal momento che esso riveste un ruolo essenziale nell’economia delle società industrializzate…….

Tuttavia, ai tanti vantaggi che caratterizzano l’operazione di credito, si accompagnano non pochi inconvenienti, primo su tutti la trasformazione del soggetto da consumatore-pagatore in consumatore-debitore dal momento che all’acquisto di un prodotto non corrisponde un corrispettivo in denaro immediato. La diffusione dei finanziamenti concessi per l’acquisto di beni durevoli o non durevoli ha anche modificato il numero di soggetti coinvolti nello scambio commerciale: si è infatti passati dal classico binomio “venditore-acquirente” alla triade “venditore-acquirente-istituto bancario/finanziario”.

Non diverso appare l’effetto del ricorso ad altre forme di accesso al credito quali le “carte revolving” e la cessione del quinto dello stipendio, le quali spesso si sovrappongono all’utilizzo del prestito presso banche o finanziarie, arrivando a determinare la situazione ………….secondo cui (una certa percentuale) … delle famiglie italiane, almeno in un’occasione all’anno, ha difficoltà a pagare il cumulo delle rate dei prestiti accesi. In entrambi i casi si tratta di modalità utilizzate sempre più frequentemente dai consumatori, anche grazie alla loro facilità di accesso che le caratterizza.

Tratto da: Il sovraindebitamento: analisi dei casi pervenuti al fondo di prevenzione usura Adiconsum

A cura di:Dott.ssa Silvia Landi – “Sportello famiglia” Adiconsum

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