LA CONSULTA NAZIONALE ANTIUSURA INSIEME AL MINISTERO DELL’INTERNO E ALL’ABI CONTRO L’USURA. IL PRESIDENTE GUALZETTI: LE 32 FONDAZIONI ANTIUSURA PROMUOVERANNO NEL LORO TERRITORIO L’ACCORDO QUADRO CON GLI ENTI LOCALI E LE PREFETTURE

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La Consulta Nazionale Antiusura “San Giovanni Paolo II” sostiene e promuove l’«Accordo quadro per la prevenzione e il contrasto del fenomeno dell’usura» sottoscritto tra il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, e il presidente dell’Associazione Bancaria Italiana (Abi), Antonio Patuelli. All’incontro per la firma dell’accordo era presente il presidente della Consulta Antiusura “San Giovanni Paolo II” Luciano Gualzetti, il quale  ha sottolineato l’importanza di aggiornare il precedente accordo del 2007 e promuovere la diffusione con accordi Provinciali per favorire un’alleanza tra istituzioni, Banche e Associazioni per favorire misure più innovative ed efficaci per contrastare l’usura e supportare le famiglie in difficoltà o sovra-indebitate.

In Italia già prima della pandemia l’area del sovraindebitamento era aumentata del 53,6 per cento in dieci anni (1 milione e 960 mila famiglie al 31 dicembre 2016). La Consulta nazionale Antiusura aveva stimato che almeno due milioni di famiglie sopportassero debiti non rifondibili a condizioni ordinarie. Con la Pandemia e le restrizioni alle attività economiche si è prodotto un grave ed esteso fenomeno di esclusione sociale per debiti non rimborsabili: il Report compilato dalla Banca d’Italia (il 30 marzo 2021), su un campione di 2200 famiglie ha misurato l’impatto delle restrizioni nelle diverse zone territoriali soggette alle misure adottate per contenere il coronavirus. Nelle province dichiarate “zona rossa” per tempi più prolungati, il reddito: si è ridotto di oltre il 50 per cento per un nucleo ogni 20;  è stato decurtato tra i 25 e i 50 punti percentuali per 10 famiglie su 100; si è abbassato tra 1 punto a 25 punti percentuali per il 18,4 per cento della popolazione; solo un piccolo gruppo di privilegiati ha visto aumentare il proprio reddito (2,6%).

Nel 2020 e nel successivo altalenarsi di aperture e di chiusure che il  Paese ha vissuto nella seconda metà dell’anno, le 33 Fondazioni Antiusura aderenti alla Consulta, seppure costrette a rallentare le modalità tipiche di servizio, hanno continuato ad aiutare persone, famiglie, micro imprese a conduzione familiare: sono state incontrate e ascoltate in profondità 5.065 persone famiglie. In 663 casi, sono state erogate garanzie con i fondi messi a disposizione dallo Stato, per un importo paria 17 milioni 261.362 euro. Nel 2019 gli ascolti erano stati 6.698 e 800 le richieste di aiuto, per le quali erano state erogate garanzie per 20 milioni 481.205 euro.

“L’impossibilità di accedere al credito legale per le persone in difficoltà economica e finanziaria è una delle cause dell’indebitamento e del rischio di usura e ha dei costi sociali sottostimati dalle ordinarie modalità di recupero crediti, ha dichiarato il presidente Luciano Gualzetti. L’alleanza auspicata deve favorire la composizione delle legittime istanze dei creditori, con le eccessive  difficoltà a rientrare nel sistema bancario degli indebitati, se non si vuole escludere migliaia di famiglie da una effettiva dignità finanziaria. È per questo motivo che le fondazioni  le 32 Fondazioni Antiusura promuoveranno nel loro territorio l’accordo quadro con gli enti locali e le prefetture. La nostra attività di prevenzione dell’usura passa anche attraverso l’educazione finanziaria all’uso del denaro in senso ampio, che non è solo l’opportuna informazione sugli strumenti di credito, ma, considerato che la Consulta Antiusura è promossa della Conferenza Episcopale italiana e collegata alla Caritas, deve promuovere una vera e propria educazione integrale fondata sui principi di sobrietà, solidarietà e legalità”.

L’accordo quadro intende aggiornare gli impegni assunti nel 2007, fra i quali: la costituzione, con decreto del Ministro dell’Interno, di un “Osservatorio Nazionale” presso l’Ufficio del Commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura; la promozione di iniziative di informazione sull’utilizzazione dei Fondi antiusura; la diffusione dell’Accordo Quadro sul territorio nazionale; la collaborazione nelle azioni di contrasto della pubblicità ingannevole; l’incremento delle attività di microcredito.

ASSEMBLEA-CONVEGNO NAPOLI, 15-16 OTTOBRE: “IL PRESTITO A USURA È MALEDETTO E MAFIOSO”. LA CONSULTA NAZIONALE PROPONE NUOVI PERCORSI DI CONTRASTO: ALLARGAMENTO DELLA PLATEA DEI BENEFICIARI DELLE RISORSE STATALI

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Il prestito a usura è maledetto e mafioso, annulla la dignità e cancella il futuro delle persone. Le Fondazioni Antiusura da 25 anni operano come ospedali da campo rivolti a sottrarre le vittime dalla tirannia del denaro. Negli anni però sono  cambiati i volti dei carnefici e delle vittime, per cui anche la legge n. 108/1996, che anch’essa venticinque anni fa  istituiva il Fondo di solidarietà per le vittime dell’usura (di cui all’art. 14 della legge) e il Fondo per la prevenzione del fenomeno dell’usura (di cui all’art. 15), con il preciso scopo di supportare, per un verso, soggetti già vittime di usura (Fondo di solidarietà) e, per un altro, soggetti vulnerabili dal punto di vista finanziario e dunque a rischio di cadere nella rete degli usurai, necessita di una revisione. A causa della normativa obsoleta e delle lungaggini burocratiche le vittime di usura sono lasciate per troppo tempo sole, il tempo che intercorre da quando sporgono denuncia sino al momento in cui arrivano i fondi statali è troppo lungo. Sono necessari nuovi percorsi e nuove alleanze per arginare un sistema malato e complesso quale è il prestito illegale dell’usura. Sono alcuni dei temi emersi nell’ambito dell’assemblea ordinaria della Fondazioni associate alla Consulta Nazionale Antiusura San Giovanni Paolo II e del convegno: “Prevenzione del sovraindebitamento e dell’usura e solidarietà alle vittime: è tempo di osare” che si è tenuta a Napoli.

“Il contrasto all’usura è una questione di libertà perché chi è strangolato dai debiti non è libero, non è libero chi è costretto a subire tempi infiniti in attesa della concessione di un finanziamento o per la ristrutturazione di un mutuo così come non è libero chi stremato passa notti insonni cercando una soluzione perché non ha più accesso al credito bancario, ha dichiarato il vescovo di Napoli, mons. Domenico Battaglia. Rivolgendosi alle Fondazioni, le ha definite «strumenti di libertà». È in gioco la dignità delle persone che è violentata e deturpata per cui occorre sentire forte la responsabilità di pensare a percorsi nuovi, di chiedersi cosa altro si possa inventare perché questi fenomeni sono in continua evoluzione e tutti siamo chiamati ad analisi sempre attuali”.

Nella crisi post pandemica, con caratteristiche di disagio socio-economico anche superiori a quelle degli anni novanta, appare evidente la necessità di un intervento sulla legge n. 108/96, ha messo in evidenza la prof.ssa Antonella Sciarrone Alibrandi, Pro-Rettore Vicario – Ordinario presso la Facoltà di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Tutto l’impianto della normativa (a partire dai meccanismi di rilevamento dei tassi soglia) meriterebbe di essere ripensato, tuttavia, nell’immediato si ritiene urgente intervenire almeno sulle due disposizioni relativi ai Fondi. A tal fine, nell’ambito di Osservatorio sul debito privato costituito in Università Cattolica, è stata elaborata una proposta di modifica degli artt. 14 e 15 della l. n. 108, che ha già costituito oggetto di alcuni emendamenti presentati da diverse forze politiche in sede di conversione del decreto-legge 24 agosto 2021 n. 118.

Lo scopo della proposta è duplice: innanzitutto, ampliare la platea dei soggetti potenzialmente beneficiari di interventi del Fondo di solidarietà per le vittime dell’usura, andandovi a ricomprendere anche le famiglie e le persone che non esercitano un’attività economica, per le quali viene suggerita una procedura ad hoc più snella di quella oggi prevista dall’art. 14; inoltre, alla luce dell’esperienza maturata nei venticinque anni di vigenza della l. n. 108, introdurre qualche correttivo alla disciplina del Fondo per la prevenzione del fenomeno dell’usura.
Sussistono ragioni straordinarie di necessità e di urgenza alla base di queste modifiche, riconducibili al novero degli strumenti volti a contenere e superare gli effetti negativi della pandemia sul tessuto socio-economico nazionale, andando a potenziare ed estendere l’utilizzo dei Fondi di cui agli artt. 14 e 15 della medesima legge in modo da evitare che soggetti in grave difficoltà economica e alla ricerca di finanziamenti possano accedere al credito malavitoso, all’interno del quale ha la sua collocazione naturale l’usura, diventata ormai, nella quasi totalità, un fenomeno gestito dalle mafie.
La prof. Sciarrone Alibrandi ha evidenziato che dopo la forte contrazione avvenuta tra il 2016 e il 2018, in questi mesi si registra un aumento delle denunce per usura effettuate all’autorità giudiziaria: le denunce sono il +16,2% rispetto al 2019. Peraltro, l’anno scorso, fra tutti i reati contro il patrimonio, le denunce per usura sono state le uniche a registrare una variazione positiva; l’autunno 2021 appare come il trimestre «nero» in cui il rischio si aggrava ancor di più, in coincidenza con le scadenze fiscali (riprende anche l’attività di riscossione e notifica di nuove cartelle esattoriali da parte dell’Agenzia delle Entrate) che spesso spingono molte piccole aziende in difficoltà economica a contattare usurai od organizzazioni criminali per acquisire la liquidità necessaria per onorare gli impegni con il fisco”.

Il sociologo prof. Maurizio Fiasco ha aggiunto che circa sei milioni di famiglie sono a rischio di esclusione sociale per sovraindebitamento per le quali è necessario individuare una strategia di affrancamento. È il presupposto necessario per intraprendere la strada della crescita e dello sviluppo. “In Italia andrebbero riviste tante cose.

Purtroppo non è solo la legge 108/96 che andrebbe modificata, ma non mi pare che sia un momento felice per parlare di riforme sul piano penale, processuale o detentivo considerata la riforma Cartabia, ha dichiarato il procuratore della Repubblica di Catanzaro, dott. Nicola Gratteri. “Bisogna spiegare ai commercianti che è meglio fallire che rivolgersi agli usurai. Gli usurai non chiedono garanzie per il denaro concesso in prestito che proviene dai traffici di cocaina perché sarà la loro vita la garanzia. Dall’usura non si esce, l’usura è come la droga: è una dipendenza. Non bisogna assolutamente pensare che l’usura sia una scorciatoia, se le banche e le finanziarie non prestano soldi, se i parenti hanno chiuso i rubinetti vuol dire che c’è qualcosa che non va, che tutti si sono resi conto che non ci sono più margini sul piano imprenditoriale per quell’attività commerciale e allora l’unico che non lo capisce è l’usurato che è come un pugile suonato. Bisogna stare vicino a queste persone che sono ormai nel pallone e fragili dal punto di vista psicologico – ha concluso Gratteri – per spiegare che l’usura è una strada di non ritorno perché non solo perderà il bene, l’attività commerciale ma anche la stima della sua famiglia”.

Per il prefetto dott.ssa Giovanna Cagliostro, Commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket ed antiusura, occorre, inoltre, promuovere ulteriori e sempre più efficaci iniziative di informazione sull’utilizzo dei fondi sia per il sostegno alle vittime dell’usura che per la prevenzione in sinergica collaborazione con il mondo associazionistico.

Mons. Aberto D’Urso, Presidente Onorario della Consulta Nazionale Antiusura, e l’avv. Amedeo Scaramella, Presidente Onorario, e il dott. Umberto Scarano, Presidente della Fondazione Antiusura San Giuseppe Moscati di Napoli, hanno ricordato e reso omaggio a Padre Massimo Rastrelli, a cui si deve la nascita della prima Fondazione Antiusura, per la sua intelligenza, il suo impegno e la sua abnegazione.

È giunto però il momento di osare per Fondazioni Antiusura, titola così il convegno. “Che non significa volgere lo sguardo al passato, non accontentarsi per il molto che è stato fatto, ha dichiarato il dott. Giustino Trincia, Segretario della Consulta Nazionale Antiusura. Significa stare nel presente per affrontare le nuove sfide che la lotta all’usura ci pone nell’oggi, esercitare il diritto- dovere di dire la verità dal punto di vista dei poveri e degli esclusi”. 

“Sono state giornate di confronto ricche di proposte, riflessioni e rilanci verso soluzioni concrete, ha dichiarato il dott. Luciano Gualzetti, Presidente della Consulta Nazionale Antiusura, “San Giovanni Paolo II” Onlus, chiudendo i lavori. L’usura è la conseguenza di un sistema malato che pone al centro il profitto e ai margini le persone indebitate, i non bancabili, i poveri e i fragili. Abbiamo la responsabilità anche nei confronti delle future generazioni di individuare le cause per poi rimuoverle. Alle persone che si affidano alle nostre Fondazioni Antiusura non dobbiamo limitarci alla sterile consulenza sul ripianamento o la ristrutturazione di un debito, dobbiamo continuare a sorvegliare, ad accompagnarli nel processo di reimmissione nel sistema economico. Da soli un sistema malato però non si guarisce, spesso nei rapporti con le banche, le prefetture, le Fondazioni hanno avvertito la solitudine. Diventa, pertanto, necessario lavorare a un’alleanza con il mondo delle istituzioni, dell’economia, delle forze dell’ordine, della magistratura per arricchire gli sguardi su diversi fronti.  I tempi sono maturi per i cambiamenti, in quanto la pandemia ha maggiormente diffuso la consapevolezza della non sostenibilità di determinati meccanismi economici e finanziari rivolti a concentrare le risorse nelle mani pochi, a discapito dei fragili, poveri e indifesi, quelli che Papa Francesco chiama “scarti” di un’economia che genera iniquità e violenza”.

 

 

 

Lotta a usura e sovraindebitamento: intervista al Presidente della Fondazione Antiusura di Palermo

Intervista a firma di Leandro Perrotta tratta dall’articolo “Sicilia, troppe famiglie non bancabili.Quando anche Caritas non può aiutare” pubblicato su FocuSicilia del 26 Maggio 2021.

Per chi denuncia l’usura “c’è sempre possibilità di accedere ai servizi creditizi, anche per i ‘non bancabili’. Lo facciamo con fondi che ci ha affidato lo Stato”, spiega Vittorio Alfisi, direttore della Fondazione Santi Mamiliano e Rosalia di Palermo. Si tratta di un ente antiusura nato nel 2003 che dispone attualmente di un “fondo di quattro milioni di euro affidato dal ministero del Tesoro e che specificamente consente di concedere garanzie alle banche per dare finanziamenti a chi non può accedervi”. Un percorso che, ancor prima di una eventuale denuncia, avviene tramite un lungo iter di verifiche fatto dalla Fondazione. “Da noi – prosegue Alfisi – arrivano da tutta la Sicilia, non solo su segnalazione di Caritas. Tutto inizia con un primo colloquio telefonico per evitare di fare venire chi sappiamo già non possiamo aiutare: si deve comunque avere la possibilità di restituire le rate”. Alla fase preliminare segue una raccolta documentale e di natura relazionale. Il più importante resta però il colloquio “di natura tecnica dove si affrontano sia gli aspetti bancari che psicologici, perché spesso l’usura si associa al problema esteso del gioco d’azzardo”. Una istruttoria a 360 gradi che viene affidata a degli esperti, volontari della Fondazione, e che genera poi una ipotesi di progetto. Un vero e proprio percorso “che possa risolvere i problemi della famiglia, perché noi operiamo solo con persone, non società”. Il percorso, una volta approvato dagli organi collegiali e dal direttivo, che approva anche l’utilizzo del fondo di garanzia, passa all’esame degli istituti di credito. “Se la banca non trova altre difficoltà possiamo fare finanziamenti fino a 150 mila euro”. Cifre “molto più alte” del microcredito, in quanto servono spesso per recuperare le abitazioni. “Case dove magari c’era un mutuo in corso ad esempio. I fondi servono a pagare i creditori e una eventuale ipoteca, in modo da evitare le vendite all’asta”. Rispetto alle normali operazioni di microcredito, che prevedono una restituzione “in sette anni quanto per un mutuo chirografario, ovvero non ipotecario, si attiva una nuova ipoteca così da poter arrivare a 15 anni”, spiega Alfisi.

Un sistema, quello dell’accesso al fondo antiusura, che a differenza del microcredito ha avuto un grande incremento nel 2020 “con una trentina di pratiche andate a buon fine. Da quando esiste la Fondazione abbiamo erogato ad alcune centinaia di famiglie pratiche finanziarie per quasi otto milioni di euro. Ovvero la consistenza iniziale del nostro fondo”, racconta Alfisi. Un sistema che si basa fondamentalmente “sulla fiducia verso la persona. Il nostro tasso di default è sempre stato in linea con quello degli istituti di credito, ovvero circa il 10 per cento. E si tratta di persone scartate dalle banche”. Un percorso certamente di successo, ma sul quale c’è un forte problema: la paura. “Nei casi d’usura è una sconfitta non riuscire a convincere le persone a denunciare. In molti casi siamo riusciti ad effettuare dei colloqui, nei nostri locali, con la Guardia di Finanzia del nucleo antiusura per far sapere i benefici di una eventuale denuncia. Finora non ci siamo riusciti a convincere”, conclude Alfisi.

Per leggere l’articolo clicca su –> https://focusicilia.it/sicilia-troppe-famiglie-non-bancabili-quando-anche-caritas-non-puo-aiutare/

 

LA FONDAZIONE HA FIRMATO LA CONVENZIONE CON UNIGENS

Il Presidente della Fondazione Dr. Vittorio Alfisi e la Dr.ssa Marinella Biondo, Consigliera delegata dal Presidente di UniGens, hanno sottoscritto venerdì 12 marzo 2021 una Convenzione che regolerà i rapporti tra le due istituzioni.

UniGens è una Associazione di Volontariato di persone che lavorano o hanno lavorato in Unicredit, unite dalla comune volontà di prestare il loro tempo e le loro competenze maturate nell’esperienza professionale a beneficio di coloro che operano per lo sviluppo sociale del territorio, supportando, educando ed assistendo persone e famiglie al fine di migliorare la consapevolezza in ambito finanziario e di accesso al credito.

La Convenzione prevede che UniGens, a titolo gratuito, interverrà con propri volontari:

  • in ambito formativo in materie economico-finanziarie per evitare fenomeni di impoverimento, esclusione sociale e sovraindebitamento;
  • in accompagnamento alle piccole imprese e imprese sociali per supportarle nell’esercizio della loro attività imprenditoriale;
  • in supporto specialistico su specifiche tematiche che si presenteranno nella Fondazione;
  • in consulenza su tematiche di tecnica bancaria, economica e finanziaria, in attività di “ascolto” e di “istruttoria pratiche di affidamento”, sia in sede Fondazione che sul territorio della Regione Siciliana.

 

 

L’attività della Fondazione Antiusura Ss. Mamiliano e Rosalia di Palermo: intervista al Presidente dr. Vittorio Alfisi su RAI3 TG Regione Sicilia

Il 29 Gennaio, alle 14,00 su RAI3, durante il TG3 Regionale, è stata trasmessa l’intervista della giornalista Agnese Licata al Presidente della Fondazione Antiusura Ss. Mamiliano e Rosalia di Palermo,  dr. Vittorio Alfisi.

Si è parlato di usura e delle cause che possono portare a situazioni di indebitamento, quali gravi malattie e il gioco d’azzardo.

Sono tante le persone, ha detto il Presidente della Fondazione, che arrivano da noi in cerca di un aiuto. Alcune con debiti molto significativi altre con esigenze legate al puro sostentamento.

Per contrastare e prevenire il ricorso all’usura  la Fondazione ha stipulato convenzioni con diverse banche che prevedono anche l’erogazione di piccoli prestiti.

Cliccare sul link di seguito per visionare l’intervista.

https://www.rainews.it/tgr/sicilia/video/2020/01/sic-usura-lotta-assistenza-c4128094-ad71-4bbf-bc35-6ec3e2d693f6.html

 

E’ morto il diacono Giovanni D’Anna, è stato uno dei soci fondatori della Fondazione Antiusura Ss. Mamiliano e Rosalia di Palermo

Dopo una lunga malattia il Diacono Prof. Giovanni D’Anna ha raggiunto la casa del Padre.

I funerali si sono svolti stamane nella Cattedrale di Palermo, presieduti dall’Arcivescovo Don Corrado Lorefice.

Don Giovanni D’Anna, Consigliere e Socio Fondatore della Fondazione Ss. Mamiliano e Rosalia – fondo di solidarietà Antiusura O.N.L.U.S., è stato uno dei primi diaconi della storia della Chiesa Palermitana ordinati dal cardinale Salvatore Pappalardo e domani 3 Gennaio avrebbe compiuto 85 anni.

Laureato in Giurisprudenza fu insegnante di “Diritto” e poi preside dell’Istituto “San Luigi Gonzaga” di Palermo e dal 1994 al 2015 ha insegnato nella Scuola Teologica di Base “San Luca Evangelista”.

E’ stato presidente dell’Istituto diocesano per il Sostentamento del Clero e nel 1976 fu relatore al Convegno diocesano “Evangelizzazione e promozione umana”, insieme a mons. Francesco Conigliaro e a mons. Crispino Valenziano.

I componenti tutti della Fondazione Antiusura Ss. Mamiliano e Rosalia si stringono in preghiera al dolore della famiglia.

Fondazione Ss. Mamiliano e Rosalia e Banca Popolare Sant’ Angelo insieme contro l’usura

Per contrastare e prevenire il ricorso all’usura, in data 2 Dicembre, l’Amministratore Delegato della Banca Popolare Sant’Angelo, dr.ssa Ines Curella, e il Presidente della Fondazione Ss. Mamiliano e Rosalia, dr. Vittorio Alfisi, presso gli uffici direttivi della Banca, siti in Palermo, via Enrico Albanese 94, hanno firmato una convenzione che prevede la concessione di finanziamenti a favore di persone con difficoltà di accesso al credito e in gravi difficoltà economiche.

Con la sottoscrizione della convenzione la Banca si impegna ad erogare prestiti rateali a soggetti considerati “non bancabili” con durata massima di 5 anni per prestiti chirografari per un importo massimo di 20.000,00 euro e di 15 anni per mutui ipotecari per un importo massimo di 40.000,00 euro.

La Fondazione,che è promossa dall’Arcidiocesi di Palermo e opera senza fini di lucro, con questa convenzione aumenta ancora di più le sue possibilità di intervento nel campo della assistenza anche attraverso progetti di microcredito.

MICROCREDITO DI SOCCORSO: BANCA MEDIOLANUM FIRMA A PALERMO LA CONVENZIONE CON LA FONDAZIONE Ss. MAMILIANO E ROSALIA

Banca Mediolanum, Fondazione Mediolanum Onlus e la Fondazione Ss. Mamiliano e Rosalia, espressione della Diocesi di Palermo, hanno firmato una convenzione che consentirà l’erogazione di finanziamenti a favore di persone con difficoltà di accesso al credito e in condizioni di indigenza residenti in tutta la regione Sicilia.

La firma ha avuto luogo ieri a Palermo presso la sede della Fondazione Ss. Mamiliano e Rosalia – Via Benfratelli, 27 – Piazza Santa Chiara, 10 – alla presenza di Giovanni Pirovano, Vice Presidente di Banca Mediolanum e Vittorio Alfisi, Presidente della Fondazione Ss. Mamiliano e Rosalia Onlus.

Banca Mediolanum metterà a disposizione della Fondazione Ss. Mamiliano e Rosalia una linea di credito rotativa con plafond di 200.000 euro che verrà utilizzata per accordare prestiti con rimborso rateale a soggetti in difficoltà, individuati grazie all’attento lavoro della Fondazione in stretta collaborazione con i Centri di ascolto parrocchiali e l’ausilio di volontari qualificati nel settore finanziario.

Il rischio di credito delle operazioni di finanziamento accordate graverebbe sulla Banca al netto della garanzia del 30% riconosciuta dalla Fondazione. Con la sottoscrizione della convenzione tra Banca Mediolanum, Fondazione Mediolanum Onlus e Fondazione Ss. Mamiliano e Rosalia, la Banca si impegna ad erogare prestiti rateali a soggetti considerati non bancabili con durata massima di 5 anni (60 mesi) – nei limiti del plafond rotativo sopra indicato – per un importo massimo per ogni singolo finanziamento di euro 15.000.

 

Da Redattore Sociale:

“Da tempo, in collaborazione con i centri di ascolto delle Caritas, aiutiamo le famiglie in difficoltà a rimettersi in piedi – sottolinea Vittorio Alfisi -. In particolare seguiamo tante persone anche a rischio di perdita della casa per sovraindebitamento che in alcuni casi sono caduti in mano a finanziarie senza scrupoli. Grazie alla convenzione con Mediolanum potremo dare alcune risposte significative, allargando il sostegno economico che possiamo dare a chi ha bisogno di aiuto perché è caduto in situazioni drammatiche. Da sempre tutto il lavoro dei nostri volontari è stato quello di puntare prima di tutto alla persona e poi a tutto il resto. Questo significa guardare sempre con gli occhi del cuore ai problemi di coloro che hanno bisogno di essere sostenuti per migliorare la loro vita”.

“In Sicilia vogliamo fare un salto di qualità, sottoscrivendo la nostra volontà di metterci al vostro fianco – ha detto il vicepresidente di Mediolanum  Giovanni Pirovano -. Come sesta banca in Italia, da dieci anni siamo impegnati su questo tema e con questa convenzione salgono a 8 i nostri accordi con le fondazioni. Riteniamo fondamentale ridare alla collettività quello che abbiamo ricevuto. La lotta alla povertà è uno dei principali obiettivi che persegue la nostra banca e lo scopo della convenzione è proprio quello di sostenere con piccoli prestiti tutte quelle persone che hanno bisogno di essere aiutate. Alla base della nostra mission c’è la piena condivisione dei valori cristiani. Si tratta di casi diversi, a volte, per esempio di persone che magari devono riprendere un’attività lavorativa e hanno bisogno di rialzarsi dalla situazione in cui sono cadute”.

All’incontro hanno dato il loro saluto i due vicedirettori della Caritas, Don Sergio Ciresi e  Prof. Gregorio Porcaro. “L’accordo di oggi, dopo la sospensione del Prestito della Speranza – ha aggiunto  anche il vicedirettore della Caritas Don Sergio Ciresi – è una nuova occasione per supportare le famiglie che cerchiamo anche di formare per accompagnarle verso una sana gestione della loro economia”.

Banca Mediolanum al fianco della Fondazione Ss. Mamiliano e Rosalia di Palermo

Lunedì 14 Ottobre 2019 la nostra Fondazione e Banca Mediolanum firmeranno una convenzione a sostegno delle famiglie bisognose in condizioni di sovraindebitamento.

Un’altra banca si aggiunge così a quelle già in convenzione.

Nuove risorse potranno essere destinate a quei soggetti il cui stato di indebitamento li ha resi non bancabili, impossibilitati cioè ad accedere al credito ordinario in quanto privi di risorse economiche e di garanzie proprie.

La Fondazione con questa ulteriore convenzione persegue sempre più quello che è il suo scopo statutario: sostenere chi si trova in stato di difficoltà economiche e finanziarie.

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