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Al Seminario Arcivescovile, sul tappeto l’azzardo e il bene comune
“Azzardo: per una svolta istituzionale a tutela della persona e del bene comune” è il tema del convegno nazionale, organizzato dalla Consulta Nazionale Antiusura “Giovanni Paolo II”, in collaborazione con la Fondazione Antiusura “Santi Mamiliano e Rosalia” di Palermo, che si svolgerà mercoledì 20 febbraiopresso il Seminario Arcivescovile Diocesano, in via Incoronazione 7, a Palermo.
«Siamo davanti a una delle principali cause di indebitamento delle famiglie italiane anche a usura – dichiara mons. Alberto D’Urso, presidente della Consulta Nazionale Antiusura – . Il suo consumo è ormai fuori controllo per stessa ammissione di alcuni esponenti delle istituzioni. Siamo di fronte a una deriva non solo economica, ma anche esistenziale. Ci sono persone che, a causa dei debiti o per coprire le insolvenze da azzardo, fanno gesti inconsulti a danno di se stessi, dei familiari e dell’intera collettività. È un fenomeno tanto complesso che va contrastato sul piano della prevenzione, della legalità, della giustizia, dell’economia politica, della politica economica e della salute pubblica. Per questa ragione abbiamo deciso di invitare intorno a unico tavolo esperti che si interfacciano con i fenomeni dell’azzardo e dell’usura. Dopo Palermo, seguiranno una tavola rotonda a Torino, il 9 aprile, per le Fondazioni dell’Italia settentrionale; una, poi, a Roma, il 10 aprile, per il centro Italia».
I lavori si apriranno alle 9 con la celebrazione Eucaristica, presieduta da mons. Corrado Lorefice, Arcivescovo di Palermo nella Cattedrale di Palermo, al termine della quale ci sarà una sosta significativa di preghiera sulla tomba del Beato Pino Puglisi.
Alle 10, nella Sala Convegni del Seminario Arcivescovile, a portare i saluti saranno: mons. Lorefice; la dott.ssa Antonella De Miro, prefetto di Palermo; il prof. Leoluca Orlando, sindaco di Palermo; la dott.ssa Annapaola Porzio, commissario straordinario del Governo per il Coordinamento delle Iniziative Antiracket e Antiusura; il dott. Salvatore Di Vitale, presidente del Tribunale di Palermo.
La prima parte della tavola rotonda verterà sulla presenza dell’azzardo nelle Regioni dell’Italia Meridionale. Parleranno: il dott. Vittorio Alfisi, presidente della Fondazione “Ss. Mamiliano e Rosalia” – Sicilia; padre Basilio Gavazzeni, presidente della Fondazione Lucana; mons. Cavalla – Basilicata; il dott. Francesco Marzano, presidente della Fondazione “San Matteo Apostolo” – Calabria; l’avv. Amedeo Scaramella, presidente della Fondazione “San Giuseppe Moscati” – Campania; il dott. Ruggero Ricco, segretario generale della “Consulta Nazionale Antiusura” – Puglia.
Nella seconda parte del convegno il prof. Maurizio Fiasco, sociologo, consulente della “Consulta Nazionale Antiusura” parlerà di “Azzardo: analisi dei dati e linee di una riforma a garanzia della persona, della società e dell’interesse pubblico”; la dott.ssa Valeria Carella, ricercatrice, affronterà il tema “Regolamentare non è proibizionismo: disamina politiche territoriali”; la dott.ssa Giovanna Nozzetti, giudice della Terza Sezione Civile del Tribunale di Palermo, di “Azzardo e Costituzione. Discrimine tra compatibilità e antinomia”.
Le conclusioni saranno affidate al dott. Luigi Gaetti, sottosegretario di Stato al Ministero dell’Interno, e a mons. Alberto D’Urso, presidente della Consulta Nazionale Antiusura. L’incontro sarà moderato dal dott. Pino Grasso, direttore dell’Ufficio per le Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi di Palermo.
La partecipazione al convegno nazionale dei giornalisti è riconosciuto dall’Ordine dei Giornalisti di Sicilia e rilascia 5 crediti formativi.
Articolo a firma di Gilda Sciortino pubblicato in data 19/2/2019 ne Il Quotidiano di Palermo
Antiusura: tavola rotonda su “Il metodo Puglisi”
Musiche della tradizione siciliana / Tavola rotonda.
Palermo 28 Maggio 2018, ore 17.30
Centro Agàpe, Sala “Card. De Giorgi”
piazza Santa Chiara 10
Indirizzo di saluto
Vittorio Alfisi
Fondazione Antiusura “SS. Mamiliano e Rosalia”
Interventi
Giuseppe Savagnone, Bianca Stancanelli, Guido Corso, Corrado Vergara
Coordinatore
Mons. Adriano Vincenzi
Vice Consulente Ecclesiastico Nazionale dell’UCID
Papa Francesco incontra le fondazioni antiusura
Papa Francesco ha ancora una volta sottolineato la gravità del peccato dell’usura – una piaga purtroppo diffusa e ancora molto sommersa” – ma ha anche evidenziato che “alla base delle crisi economiche e finanziarie c’è sempre una concezione di vita che pone al primo posto il profitto e non la persona”. Ha chiesto alle Istituzioni “che disincentivino, con misure adeguate, strumenti che, direttamente o indirettamente, sono causa di usura, come ad esempio il gioco d’azzardo, un’altra piaga.”
È stato questo il tema dominante dell’incontro che il Papa ha avuto il 3 febbraio 2018 con la Consulta Nazionale Antiusura “Giovanni Paolo II” e con i Consigli Direttivi delle 30 Fondazioni Antiusura presenti nel territorio nazionale. Anche la Fondazione SS. Mamiliano e Rosalia era presente con quattro Consiglieri accompagnati dalle consorti.
All’incontro ha partecipato anche una rappresentanza di assistiti dalle Fondazioni.
Il Papa, dopo avere ringraziato i volontari per il gravoso servizio reso, li ha incoraggiati a continuare con “perseveranza e coraggio” per essere riferimento e speranza per tutte le vittime e perché “le stesse possano recuperare fiducia e risollevarsi dai loro bisogni. “
Li ha invitati inoltre a “collaborare perché il sistema economico-sociale sia umano e perché il messaggio evangelico possa illuminare il cuore e l’anima delle persone, come un giorno accadde a Zaccheo, ricco e corrotto capo dei pubblicani di Gerico, e al suo collega Matteo, che Gesù guardò con misericordia e scelse come discepolo e che da un anno è Patrono delle Fondazioni Antiusura”.
Ha infine ricordato che lo strumento principale per combattere l’usura è la prevenzione, “educando ad uno stile di vita sobrio, che sappia distinguere tra ciò che è superfluo e ciò che è necessario e che responsabilizzi a non contrarre debiti per procurarsi cose alle quali si potrebbe rinunciare”.
Convegno “L’azzardo non è un gioco”: report dell’evento
La Fondazione SS. Mamiliano e Rosalia, con il patrocinio del Comune di Bagheria e con la collaborazione della Parrocchia Maria SS. del Carmelo di Bagheria, ha organizzato il convegno “L’azzardo non è un gioco”, che si è svolto il 12 maggio 2017 nel salone della stessa parrocchia.
L’iniziativa, destinata prevalentemente a giovani studenti delle scuole superiori di Bagheria, ha visto l’intervento della psico-pedagogista Dott.ssa Evelina Arcidiacono dell’Ufficio Scolastico Regionale, che ha parlato dell’aiuto che la scuola può dare nella prevenzione e nel sostegno per coloro che possano trovarsi a rischio patologico di giocatore d’azzardo; il sociologo Prof. Maurizio Fiasco che ha presentato le insidie che si nascondono nella subdola pubblicità dei numerosi e diversificati giochi d’azzardo cosiddetti legali; il matematico Prof. Paolo Canova che ha fatto giocare i numerosi presenti, simulando il gioco “WinforLife”, a conclusione del quale ha dimostrato che il 98% dei giocatori non ha vinto nulla e solamente il due per cento avrebbe potuto vincere una somma assolutamente irrisoria. Ha poi evidenziato le rare possibilità – statistiche – di una possibile vincita di importo ben più ragguardevole.
Ad apertura del Convegno, moderato dal giornalista Dr. Pino Grasso, ci sono stati i saluti e gli interventi del Sindaco di Bagheria Patrizio Cinque, del Presidente della Fondazione Antiusura Vittorio Alfisi e del Vicario Episcopale Mons. Raffaele Mangano, intervenuto in rappresentanza dell’Arcivescovo Mons. Corrado Lorefice.

Azzardo, un matematico ne svela i trucchi a Bagheria
All’incontro patrocinato dal Comune di Bagheria e organizzato dalla fondazione antiusura Ss. Mamiliano e Rosalia, Paolo Canova ha spiegato agli studenti le probabilità – quasi inesistenti – di vittoria al Win for Life. Presente anche lo studioso Maurizio Fiasco: «Il caso viene fatto passare per abilità».
«Dopo l’Università alcuni miei compagni di Matematica sono stati assoldati da Lottomatica, Snai, Sisal e gli altri concessionari del gioco d’azzardo. Io invece ho deciso di passare al lato lucente della forza». Paolo Canova sorride, gli studenti di Bagheria pure, sembrano aver recepito la parafrasi da Star Wars. Di fronte a loro c’è un matematico che dal 2009, insieme al fisico Diego Rizzuto, porta avanti una campagna di informazione sul gioco d’azzardo: prima attraverso una mostra, poi con una serie di conferenze e dal 2016 con un libro dal titolo Fate il nostro gioco. L’obiettivo è «svelare le regole, i piccoli segreti e le grandi verità» che stanno dietro al Win for Life, alle slot machines e alle videolottery, al Superenalotto, ai Gratta&Vinci, al Lotto, al Bingo e a tutti gli altri giochi diffusi negli ultimi anni.
L’occasione è il convegno “L’azzardo non è un gioco”, organizzato dalla fondazione Ss. Mamiliano e Rosalia con il patrocinio del Comune di Bagheria. Canova e Rizzuto da anni girano l’Italia per sensibilizzare soprattutto i giovani. Utilizzando la matematica – la materia forse più odiata, di sicuro quella più temuta nelle scuole di ogni ordine e grado – come strumento ludico per capire l’azzardo. E in Sicilia Canova sceglie di esordire nella sua relazione lunga un’ora con una foto sgranata, risalente agli anni ’80 e proveniente dagli archivi della polizia: lo scatto viene dalle Antille Olandesi, a destra c’è Nitto Santapaola, boss catanese tra i mandanti delle stragi Falcone e Borsellino; a sinistra un suo caro amico d’infanzia, il misconosciuto Gaetano Corallo. Che c’entra la mafia col gioco d’azzardo? «Il figlio di Gaetano Corallo, Francesco, ha gestito per conto dello Stato – spiega il matematico torinese – circa metà delle slot in Italia». Solo a dicembre 2016 il re delle slot, ex titolare di Betplus, è stato arrestato dalla polizia olandese nell’isola caraibica di Saint Marteen.

Poi Canova torna nel suo campo, distribuisce fac-simili del Win for Life e con gli studenti gioca a capire, tramite il calcolo delle probabilità praticato dal vivo, quante reali possibilità si hanno di vincere. «Con Diego abbiamo partecipato a 400 conferenze in tutta la penisola, e abbiamo avuto di fronte 130mila persone – dice ancora Canova – che abbiamo potuto conteggiare dalle schede che abbiamo dato pure a voi. Sapete quante persone avrebbero vinto il massimo premio? Uno: il signor Michele a Monza ha fatto dieci, l’ho abbracciato e c’ho fatto un selfie. Ma il signor Michele non avrebbe neanche vinto il massimo premio, cioè i 3mila euro per 20 anni, bensì 10mila euro in un’unica tranche. Perchè? Perchè non ha beccato anche il numerone (il numero jolly … ndr). E anche se avesse beccato il numerone, avrebbe dovuto sperare di essere l’unico in Italia, perchè in quel caso avrebbe dovuto dividere la quota con gli altri possibili vincitori».
Svelare dunque i reali meccanismi dell’azzardo, a partire dalle definizioni edulcorate che si trovano nella normativa (gioco pubblico, gioco con possibilità di vincita, gioco che prevede alea e fine del lucro), è l’obiettivo anche del sociologo Maurizio Fiasco, consulente della Consulta Nazionale Antiusura. «Il gioco d’azzardo è una narrazione tossica – dice agli alunni e alle alunne bagheresi – a partire dal fatto che il caso viene fatto passare per abilità. Questa impostura sorregge tutta l’architettura del sistema». Fiasco poi fa una rassegna degli incredibili spot, a metà tra la propaganda e i messaggi beceri, che il mondo dell’azzardo diffonde su ogni canale di comunicazione.
Per poi concentrarsi sul programma televisivo Affari tuoi, «a lungo il programma più visto della Rai e andato in onda per 10 anni, ora per fortuna sospeso. Era un programma rituale e dalla potenza simbolica devastante: il pubblico si identificava col concorrente di volta in volta in gioco, il quale metteva in scena il proprio personale e i propri familiari a partire dall’elenco dei propri desideri. Poi c’erano i tiri, così come li definiva il conduttore». Per il sociologo non era neanche la parte peggiore, perchè il messaggio che passava era fortissimo: «Il punto più squalificante era quello della scelta di fronte l’offerta che arrivava dal dottore: se continui sei coraggioso, se no sei pavido». Cosa resta da fare dunque? «Scardinare linguaggi e retorica dell’azzardo, è da qui che bisogna partire».
Articolo apparso Meriodionews.it il 12/5/2017 a firma di Andrea Turco.
