“Con la pandemia cresciuto il disagio sociale: più rischio di cadere nell’usura”.
di Serena Termini
in Redattore Sociale – Economia – 27 giugno 2022
La Fondazione Antiusura Ss. Mamiliano e Rosalia in Sicilia aiuta persone e famiglie con gravi stati di indebitamento. In un anno aiutati circa 30 nuclei
PALERMO – Accompagnare persone e famiglie verso l’uscita da gravi situazioni di indebitamento economico affinchè possano riprendere una vita “normale”. È questo il fine della Fondazione Antiusura Ss. Mamiliano e Rosalia di Palermo. A parlare del servizio è il presidente Vittorio Alfisi.
Quando è nata la Fondazione Antiusura Santi Mamiliano e Rosalia?
È nata nel 2003 nel periodo in cui operò il cardinale Salvatore De Giorgi. I primi fondi li ha ricevuti dal Ministero del Tesoro nel 2007 per potere iniziare la sua attività di servizio alla città. Ormai abbiamo quasi vent’anni di esperienza sul campo ma, fin da subito, siamo partiti con numeri significativi. Negli anni abbiamo avuto la possibilità di avere uno spaccato sociale significativo della situazione siciliana. Pur avendo, infatti la nostra sede a Palermo, abbiamo operato in tutta la Sicilia.
Qual è la mission?
A partire dal suo statuto, la finalità principale è quella di aiutare principalmente le persone e le famiglie che sono finite nel dramma dell’usura. Negli anni, però, il nostro raggio di azione si è molto ampliato perché abbiamo sostenuto, in vario modo, tante persone con gravi stati di indebitamento dovuti alle motivazioni più diverse. In prima battuta rispondendo in chiave preventiva per evitare le conseguenze peggiori a coloro che si trovano in gravi difficoltà economiche che sono usciti fuori dalla possibilità di essere sostenuti dalle realtà bancarie.
Quali casi avete avuto nell’ultimo periodo?
Le problematiche sono state molte e di tipo diverso perché con la pandemia è cresciuto il disagio sociale. In un anno abbiamo aiutato circa 30 famiglie siciliane. Nello specifico, oltre l’usura, abbiamo avuto casi di debiti causati da prestiti di finanziarie, dipendenze critiche da giochi di azzardo online, da shopping compulsivo, separazioni familiari, malattie gravi, perdita del lavoro con pignoramento bancario di immobili e truffe.
In che modo avete aiutato?
Spesso, si tratta di una parte della società che soffre in silenzio che non ha acquisito la consapevolezza piena dei propri diritti. Dopo un primo momento di ascolto molto attento, in cui abbiamo una panoramica del caso, ne seguono altri più specifici per capire quali strade intraprendere per sostenere la persona o la famiglia che versa in gravi difficoltà. Agiamo in piena gratuità ma le situazioni sono spesso molto complesse ed articolate – dal punto di vista personale, familiare e lavorativo – e richiedono un lavoro in rete con altre realtà competenti.
Su quali aspetti specifici si stanno orientando per il momento le vostre attività?
Da alcuni mesi, stiamo approfondendo l’utilizzazione della legge 3 del 27/01 del 2012 conosciuta come ‘salva suicidi’. Questa norma consente di potere uscire fuori da una situazione di crisi profonda dovuta ai debiti. Nel percorso di accompagnamento della persona, le valutazioni specifiche del caso da parte di alcuni professionisti, vengono consegnate alle autorità giudiziarie competenti affinchè si azzeri la situazione debitoria. Nello stesso tempo stiamo pensando anche, interfacciandoci con altre realtà, ad altre forme di erogazione di piccoli prestiti in cui la Fondazione, oltre a fare da garante della persona – che dovrà scomputare il prestito -, si farebbe carico degli interessi. Su un altro versante, invece, stiamo iniziando delle forme di collaborazione con l’università e poi continueremo, come in passato, ad impegnarci per le attività di prevenzione e sensibilizzazione sociale nelle scuole.
Il servizio che fate risponde concretamente a dei bisogni sociali?
Sì è proprio così. La prevenzione, la sensibilizzazione sociale e l’azione di aiuto concreto alle famiglie e ai singoli devono, però, continuare ad andare avanti interloquendo anche con i rappresentanti politici locali e regionali. In Sicilia oltre a noi – che ci muoviamo a livello regionale -, abbiamo la Fondazione antiusura di Messina che ha ricevuto i fondi dello Stato e a livello provinciale quella di Catania che non si avvale però ancora dei fondi statali erogando solo piccoli prestiti.
La Fondazione Ss. Mamiliano e Rosalia è espressione della diocesi di Palermo e fa parte della Consulta Nazionale Antiusura. All’interno della Fondazione operano tutti soggetti volontari, tra cui bancari, funzionari pubblici e privati e professionisti.
La Fondazione assiste persone fisiche o imprese individuali, non società, che si trovano in situazioni finanziarie compromesse dovute a eccessive esposizioni debitorie con banche e finanziarie alle quali non possono più richiedere personalmente prestiti, con conseguente rischio di cadere nell’usura.
La Fondazione vive grazie alle donazioni, elargizioni, lasciti e contributi di privati, comunità parrocchiali, istituzioni pubbliche e private. Utilizza anche una parte dell’8×1000 che la CEI destina alla diocesi.
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