Leone XIV alla Consulta nazionale antiusura nel trentennale di fondazione

redazione

Peccato molto grave che schiaccia le persone
fino a renderle schiave

18 ottobre 2025

«Quanto è lontano da Dio l’atteggiamento di chi schiaccia le persone fino a renderle schiave! Si tratta di un peccato grave, a volte molto grave, perché non è riducibile a mera questione di contabilità; l’usura può portare crisi nelle famiglie, può logorare la mente e il cuore al punto da indurre a pensare al suicidio come unica via d’uscita». Lo ha denunciato Leone XIV ricevendo in udienza nella Sala Clementina stamane, sabato 18 ottobre, la Consulta nazionale antiusura “San Giovanni Paolo II”, nel trentennale della fondazione. Accompagnati dal presidente Luciano Gualzetti, i volontari delle 35 fondazioni aderenti, attive su tutto il territorio italiano, hanno partecipato all’incontro con il Pontefice e a mezzogiorno si sono ritrovati nella basilica di San Pietro per la Celebrazione eucaristica presieduta da monsignor Giuseppe Satriano, arcivescovo di Bari-Bitonto, all’altare della Cattedra. Ecco il discorso del Papa.

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

La pace sia con voi!

Cari fratelli, care sorelle, buongiorno e benvenuti!

Saluto il Presidente e tutti voi che rappresentate la Consulta nazionale antiusura. Unisco la mia voce a quella dei miei Predecessori per ringraziarvi dell’impegno con cui, da trent’anni, operate per contrastare un problema che ha un impatto devastante sulla vita di molte persone e molte famiglie.

Il fenomeno dell’usura rimanda al tema della corruzione del cuore umano. È una storia dolorosa e antica, già attestata nella Bibbia. I profeti, infatti, hanno denunciato l’usura, insieme allo sfruttamento e ad ogni forma di ingiustizia nei riguardi dei poveri. Il profeta Isaia, a nome del Signore, pone questa domanda: «Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo?» (Is 58, 6). Quanto è lontano da Dio l’atteggiamento di chi schiaccia le persone fino a renderle schiave! Si tratta di un peccato grave, a volte molto grave, perché non è riducibile a mera questione di contabilità; l’usura può portare crisi nelle famiglie, può logorare la mente e il cuore al punto da indurre a pensare al suicidio come unica via d’uscita.

La dinamica negativa dell’usura si manifesta a diversi livelli. C’è un’usura che apparentemente sembra voler aiutare chi è in difficoltà economiche, ma che ben presto si rivela per quello che è: un macigno che soffoca. Ne pagano le conseguenze soprattutto le persone fragili, come chi è vittima del gioco d’azzardo. Essa colpisce però anche chi deve affrontare momenti difficili, come ad esempio cure mediche straordinarie, spese impreviste oltre le possibilità proprie e della famiglia. Ciò che dapprima si presenta come un aiuto, in realtà, a lungo andare, diventa un tormento.

E questo capita anche a livello di Paesi nel mondo. Purtroppo, sistemi finanziari usurari possono mettere in ginocchio interi popoli. Ugualmente, non si possono trascurare «quanti nei commerci usano pratiche usurarie e mercantili che provocano la fame e la morte dei loro fratelli in umanità» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2269): le loro responsabilità sono gravi e alimentano strutture di peccato inique.

«La domanda che ritorna è sempre la stessa: i meno dotati non sono persone umane? I deboli non hanno la stessa nostra dignità? Quelli che sono nati con meno possibilità valgono meno come esseri umani, devono solo limitarsi a sopravvivere? Dalla risposta che diamo a queste domande dipende il valore delle nostre società e da essa dipende pure il nostro futuro. O riconquistiamo la nostra dignità morale e spirituale o cadiamo come in un pozzo di sporcizia» (Esort. ap. Dilexi te, 95).

Ecco perché è tanto preziosa l’azione di chi, come voi, si impegna per disincentivare l’usura e cercare di porre fine a tale pratica. La vostra opera è particolarmente intonata allo spirito e alla prassi del Giubileo, e può ben essere annoverata tra i segni di speranza che caratterizzano questo Anno Santo.

Pensando alle radici evangeliche di tale servizio, vorrei invitarvi a meditare sull’atteggiamento di Gesù nei confronti di Zaccheo, capo dei pubblicani di Gerico (cfr. Lc 19, 1-10). Egli era avvezzo a soprusi, angherie e prepotenze. Era normale per uno come lui approfittare del proprio ruolo per sfruttare le persone e guadagnare spogliando i più deboli. Ed ecco che Gesù cerca proprio lui, Zaccheo: lo chiama, gli dice che vuole fermarsi a casa sua. E allora accade l’impensabile: la gratuità di Gesù spiazza completamente quell’uomo e lo mette con le spalle al muro. Rientrando in sé stesso, Zaccheo capisce di aver sbagliato e decide di restituire “con gli interessi”! «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto» (Lc 19, 8). Nessuno gli chiedeva tanto, neppure la legge mosaica. Ma il fatto è che l’incontro con Cristo gli ha trasformato il cuore, e allora tutto cambia. Solo la gratuità è così efficace da rivelare a noi stessi il senso della nostra umanità. Quando prevale la ricerca del guadagno, gli altri non sono più persone, non hanno più volto, sono solo oggetti da sfruttare; e così si finisce per perdere anche sé stessi e la propria anima. La conversione di chi si macchia di usura è altrettanto importante della vicinanza a chi soffre per l’usura subìta.

Carissimi, vi incoraggio a portare avanti la vostra missione, tanto più valida in quanto esprime un impegno comunitario, sostenuto dai pastori della Chiesa.

Prego per voi, affidandovi all’intercessione di San Matteo apostolo, e di cuore vi benedico. Grazie.

18 ottobre 2025

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